Sono sedici – quindici migranti ospiti e un operatore – le persone risultate positive al Covid-19 in una struttura per immigrati a Santo Stefano di Rende. I test sono stati effettuati su 37 persone dopo la scoperta di due positività nei giorni scorsi all'interno della struttura e nel comune al confine con Cosenza non si esclude la possibilità che il numero degli infettati possa ulteriormente aumentare.

A preoccupare di più, il fatto che gli ospiti risultati positivi negli ultimi tempi abbiano percorso in lungo e in largo l'area urbana per chiedere l'elemosina all'ingresso di alcuni supermercati.

Dal municipio si tiene sotto controllo la situazione in attesa di aggiornamenti, ma al momento – nonostante l'elevato numero di covid-positivi – si esclude l'ipotesi che si istituisca una zona rossa su tutto il territorio rendese. L'idea è che gli ospiti della struttura possano attendere la guarigione lì dentro, evitando di limitare gli spostamenti anche agli altri cittadini rendesi. La possibilità che dai quindici iniziali il contagio possa estendersi agli altri immigrati che risiedono lì non pare, dunque, in cima alla lista delle preocuppazioni in questo momento.

Si allarga, inoltre, il “focolaio sardo”. Alle due giovani ritornate dalla Costa Smeralda e risultate positive nei giorni scorsi si aggiungono un loro amico e il fidanzato di una delle due ragazze. I

Un'altra ragazza, anche lei di ritorno dall'isola, ha contratto il Covid e contagiato i propri genitori, portando così a sette il numero dei “contagi da rientro”.

 

Nel centro d'accoglienza di Amantea invece, sul tirreno cosentino, un migrante ospite di una struttura di accoglienza positivo al Covid-19 è fuggito ma è stato bloccato poco dopo alla stazione ferroviaria.