Si tratta dei fratelli Giovanni e Piero Francesco Chiaradia, di 54 e 48 anni, accusati di incendio doloso aggravato dal metodo mafioso. Non si esclude il coinvolgimento di altre persone
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Incendio alla Socas (deposito giudiziario con annessa autocarrozzeria) a Fabrizio (Corigliano-Rossano): emesse due misure cautelari nei confronti di altrettanti indiziati.
Si tratta dei fratelli Giovanni e Piero Francesco Chiaradia, di 54 e 48 anni, con precedenti alle spalle e accusati di incendio doloso aggravato dal metodo mafioso. L’operazione è scattata questa mattina alle prime luci dell’alba da parte degli uomini del Reparto operativo di Corigliano Rossano che hanno notificato il provvedimento restrittivo firmato dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura antimafia del capoluogo di regione.
Il 55enne, in particolare, condannato per associazione mafiosa e estorsione continuata dal metodo mafioso in via definitiva, avrebbe preteso l'immediata riparazione del suo veicolo ottenendo un diniego a causa della mole di lavoro che i titolari gli avevano detto di avere, rimandandolo ai giorni seguenti.
Da qui, secondo gli inquirenti, la reazione dell'uomo che, aiutato dal fratello, pure lui con precedenti penali, avrebbero preparato l'attentato con bottiglie incendiarie riempite di benzina. Gli arrestati sono ora in carcere a Cosenza. All'operazione dell'Arma hanno partecipato gli uomini dello squadrone Cacciatori di Calabria.
Gli investigatori sono pervenuti ai presunti responsabili dopo una serie di corposi indizi. Le indagini, tuttavia, proseguono. Non è da escludere il coinvolgimento di altre persone.
I malviventi, secondo quanto è risultato dalle indaginil, hanno agito su una delle due officine meccaniche Soca, quella per l’appunto di contrada Fabrizio, l’altra invece è situata in contrada Sant’Irene nella zona del rossanese. Secondo quanto emerge, le lingue di fuoco avrebbero colpito l’ala dell’officina dove erano parcheggiate più auto di grosse cilindrata da consegnare ai clienti ed andate completamente distrutte. Poi i danni alla struttura, e all’interno capannone. Ingenti i danni ancora da quantizzare.