Succede in contrada Torricella dove la condotta sversa in un fosso che costeggia la statale 106. Le forze di opposizione chiedono l’intervento della Procura. Non ci sono né mascherine né tute per chi dovrebbe effettuare gli interventi di manutenzione
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«Dipendenti comunali della manutenzione si stanno rifiutando di fare gli interventi di pubblica utilità perché l’Amministrazione comunale ancora ad oggi, nonostante le disposizioni nazionali e regionali, e nonostante lo Stato abbia trasferito soldi a iosa in questi mesi per la sicurezza e l’efficienza dei servizi, non ha ancora acquistato i Dispositivi di Prevenzione individuale (DPI) per i dipendenti». È quanto denunciano le forze di opposizione (Costantino Baffa – per il gruppo consiliare Lega Salvini, Vincenzo Scarcello, Raffaele Vulcano e Gennaro Scorza per il gruppo consiliare Unione di Centro, Adele Olivo per il gruppo consiliare Il Coraggio di Cambiare l’Italia) che in una nota chiedono «l’intervento della Procura della Repubblica competente affinché faccia piena luce sull’attuale fase amministrativa della Città». La minoranza parla di «orrore ambientale che si sta consumando da settimane in contrada Torricella dove la condotta della fogna comunale sversa a cielo aperto in un fosso che costeggia la statale 106, in mezzo alle case. Una cosa inaudita, con i residenti costretti a vivere con liquami fognari e acqua putrida che scorre di fronte alle loro abitazioni».
2 milioni di euro non spesi?
Per quanto riguarda il personale «non ci sono mascherine né tute protettive. A questo punto viene da chiedersi come sono stati utilizzati gli oltre 2 milioni del fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali erogato anche per l’acquisto dei presidi di protezione dei dipendenti dell’Ente. Crediamo opportuno, allora- conclude la nota - che si debba fare chiarezza sulla gestione di un Comune così grande e complesso, dal momento che l’enorme mole di trasferimenti statali non corrisponde affatto ad una sufficiente qualità della vita dei cittadini di Corigliano-Rossano».