«Mi viene da ridere, non ho reticenza a dirlo». Mimmo Lucano, simbolo delle politiche dell’accoglienza quand’era sindaco di Riace, non si nasconde dietro le parole e così commenta con l’Agi la decisione del governo di riunirsi giovedì prossimo a Cutro, teatro della tragedia nella quale hanno perso la vita una settantina di migranti, naufragati nello Jonio. 

Non si dà pace, Lucano, soprattutto ripensando a quei giorni alla fine degli anni ’90 quando con la sua piccola comunità nel cuore della Locride accolse un veliero di curdi in balia proprio nello Jonio facendo di Riace un modello di integrazione multietnica, anche se negli ultimi anni Lucano è finito sotto processo subendo una condanna in primo grado per presunte irregolarità nella gestione dei migranti (il processo d’appello è in corso a Reggio Calabria).

Lucano, che la rivista "Fortune" indicò come fra gli uomini più influenti del mondo, nei giorni scorsi è stato a Crotone, per partecipare a una fiaccolata in memoria delle vittime di Cutro, e dice di provare ancora «grande rabbia, non riesco a trovare le parole, tutto quello che sento mi sembra banale. Vedo che tutti tentano di fare ricostruzioni, sui soccorsi o sui mancati soccorsi, su chi aveva o meno responsabilità su quello che si poteva fare e non si poteva fare. Invece secondo me davanti a fatti così tragici in cui muoiono tanti innocenti, bisognerebbe avere un atteggiamento dell’animo, una volontà di immedesimarsi in queste vittime, ma questa volontà sicuramente – spiega l’ex sindaco di Riace - non l’ha avuta questo governo, a  partire dal ministro dell’Interno. Ecco la mia rabbia». 

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Lucano si scaglia contro quello che definisce «un clima imperante negli ultimi anni», stigmatizzando «chi per anni non ha parlato di altro se non di porti chiusi, di protezione dei confini, di egoismo, di frasi come ‘aiutiamoli a casa loro’, di odio. C’è una responsabilità di quelle forze politiche che hanno messo in primo piano la lotta gli immigrati in nome del razzismo e della difesa della razza pura. Ho ancora negli occhi le bandiere nere di Forza Nuova arrivare sotto il municipio di Riace simbolo dell’accoglienza, e basta sentire il credo, le ideologie e le parole che usa la destra in Ungheria, Grecia, Germania, Spagna, Italia. Alla fine – prosegue Lucano - certe parole intrise di razzismo e fascismo sono entrate nell’animo collettivo e hanno fatto diventare i migranti il capro espiatorio di tutto, e questo ha finito con l’indebolire persino l’idea di salvare un essere umano». 

Lucano è scettico sulle reali intenzioni del governo: «Cosa vengono a fare con questa riunione del Consiglio dei ministri a Cutro? Mi sa che pensano solo a salvare la propria immagine. Cosa verranno a dire? Verranno a dire ancora una volta che bisogna aiutarli a casa loro? La verità è che loro non hanno mai parlato da vicino con un rifugiato, non hanno minimamente idea di cosa prova un migrante, cosa che invece io ho fatto. Non si rendono conto – aggiunge l’ex sindaco di Riace - che ci sono intere famiglie che per disperazione e per avere ancora una speranza decidono di lasciare la loro terra perché altrimenti restando lì morirebbero lentamente. La verità è che siamo stati noi dell’Occidente a colonizzarli esportando armi e guerra». Un ultimo messaggio infine Lucano lo rivolge ai superstiti del naufragio di Cutro: «Siamo pronti e disponibili a ospitarli a Riace, qui per loro ci sono tante case».