Spaesati, increduli, allo stesso tempo pieni di gioia. I calabresi che oggi sono rientrati nelle loro città di residenza, grazie alle nuove disposizioni del dpcm Conte, sono in gran parte cittadini che hanno resistito alla tentazione di partire nel primo esodo dello scorso 7 marzo: «Siamo stati responsabili – hanno detto alcuni di loro –, abbiamo atteso ed ora meritiamo di tornare dai nostri cari. Abbiamo fatto i tamponi e continueremo ad essere responsabili, rispettando la quarantena». Scendendo dal treno arrivato poco dopo le 13 alla stazione centrale di Lamezia Terme, temono di subire qualche forma di discriminazione da parte di quei corregionali preoccupati per una possibile “importazione” del contagio. 

Sono al momento oltre 7mila i calabresi che hanno comunicato il loro rientro, numeri che sono destinati ad aumentare. Solo nella giornata di oggi, in Calabria erano attese oltre 850 persone in arrivo con mezzi pubblici e privati. 

 

I tamponi: c’è chi si rifiuta 

Ad attendere il rientro dei fuori sede una fitta rete di controlli sanitari. Laboratori mobili del servizio regionale del 118 sono stati allestiti in alcune stazioni di servizio dell’autostrada, all’aeroporto di Lamezia e nelle stazioni ferroviarie.

Appena scesi dal treno o dall’aereo, i passeggeri sono stati accompagnati nei percorsi dedicati per effettuare la misurazione della temperatura corporea e il tampone rino-faringeo. Un secondo tampone di controllo sarà eseguito a distanza di una settimana, e solo dopo che questo avrà esito negativo si potrà interrompere l’isolamento domiciliare volontario.

 

«Si tratta di percorsi obbligati, ma il tampone è su base volontaria – ha spiegato il direttore del dipartimento della centrale operativa 118 dell’area centro, Antonio Talesa - purtroppo però ben 13 persone su 32 passeggeri che sono arrivata a Lamezia Terme con il treno delle 13:02, proveniente da Roma Termini, hanno rifiutato di sottoporsi allo screening. Ritengo sia da incoscienti non farlo, considerando che questa è un’opportunità che non viene data a tutti».

 

Tra i passeggeri che hanno scelto di saltare il test anti-covid una ragazza arrivata dalla Capitale, nella stazione di Lamezia: «Non l’ho ritenuto necessario. Mi sento in salute, mi sento forte. Sono stata in casa per due mesi a Roma e abbiamo viaggiato distanziati. Ora farò i miei 15 giorni di quarantena a casa».

 

Nelle ore successive il dato è migliorato. Sempre a Lamezia Terme, in stazione, 50 dei 57 passeggeri registrati si sono sottoposti al test. Altri 25 passeggeri sono attesi con l’arrivo dell’ultimo treno della giornata. 

In aeroporto, invece, si sono sottoposti a tampone tutti i 21 passeggeri del volo atterrato alle 18,30 da Fiumicino che si erano registrati sul portale della Protezione civile regionale. 

 

 

Le testimonianze

Stazione di Lamezia Terme

Una ragazza era a Napoli da più di due mesi, ed ha vissuto il rientro con un po’ d’ansia: «Mi ero abituata a stare a casa e partire mi metteva paura. Nei treni abbiamo viaggiato distanziati, e dopo aver fatto il tampone mi sento più tranquilla. Ora starò in una casa da sola in quarantena».  

Più lungo il viaggio della ragazza rientrata da Londra, attesa con trepidazione dalla mamma. Si abbracciano con lo sguardo, rivelando con commozione quella che definiscono «un’emozione bellissima, indescrivibile». 

 

Aeroporto di Lamezia Terme

Spiega una ragazza in arrivo da Londra, dopo aver fatto scalo a Fiumicino. E’ una dei tanti calabresi rientrati dall’estero, soprattutto Regno Unito e Francia. «Mi sento molto più tranquilla qui che in Inghilterra – spiega – perché ci sono misure più rigorose». 

«Non vedevo l’ora di rientrare, ma ho resistito per il bene di tutti», racconta una ragazza proveniente da Milano. «Ho fatto il tampone, spero vada bene. Starò comunque a casa, al di là dell’obbligo di quarantena, perché ho voglia di stare con la mia famiglia». Una famiglia che non vede dalle festività natalizie: «Aspettavano Pasqua per riabbracciarci – spiega la madre -  poi il coronavirus ce l’ha impedito. Eravamo preoccupati per la situazione in Lombardia. Ora speriamo che possano rientrare tutti i calabresi, anche i non residenti. Non mi piace che ci siano calabresi contro calabresi, nei momenti di difficoltà dobbiamo darci tutti una mano». Sempre da Milano arriva un ragazzo di Cariati, diretto nella casa in cui vivrà da solo fino all’esito dei tamponi. Prima cosa da fare, «andare a vedere il mare. Mi manca».