La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un decreto di confisca beni emesso, su proposta del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino nei confronti di Domenico Passalacqua, 66enne nativo di Reggio Calabria, operante nel settore della ristorazione, ritenuto imprenditore di riferimento della cosca Buda-Imerti, egemone nel territorio ricadente nei comuni di Villa San Giovanni, Fiumara di Muro e territori vicini.

Coinvolto nell’operazione “Meta”

Già destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nel giugno 2010 dal Gip di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Meta”, con sentenza del Tribunale di Reggio Calabria del maggio 2014, è stato condannato alla pena di 16 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta. Con sentenza emessa nell’aprile 2017, la Corte di Appello di Reggio Calabria ha rideterminato la pena inflitta a 11 anni di reclusione.

 

Con decreti emessi nel luglio e nel dicembre 2015, il Tribunale di Reggio Calabria aveva già disposto il sequestro di beni personali ed aziendali per un valore di circa 5 milioni e 315.000 euro, a seguito di proposta Misure di Prevenzione avanzata dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria sulla base degli accertamenti delegati ed eseguiti dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria.

Ritenuto vicino alla cosca Buda-Imerti

Nell’odierno provvedimento di confisca, il Tribunale ha rigettato le argomentazioni difensive dell’indagato e si è così espresso testualmente: “gli elementi rappresentati non lasciano dubbi circa l’appartenenza di PASSALACQUA Domenico alla criminalità organizzata ai sensi dell’art.4 del D.Lgs n.159/2011 dato il suo ruolo d’imprenditore di riferimento della cosca Buda-Imerti…omissis…E’ evidente difatti come il proposto si sia relazionato con soggetti appartenenti alla cosca Buda e con elementi di vertice della stessa quali Imerti Antonino e ciò anche al fine di potere conseguire quale imprenditore vantaggi personali da tali relazioni e ciò non lascia dubbi in ordine alla sua appartenenza alla suddetta consorteria…”.
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I beni sequestrati

Le indagini patrimoniali eseguite dalla Dia hanno consentito, in particolare, di acclarare una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati da Passalacqua ed i beni di cui il medesimo aveva la disponibilità ed hanno condotto alla confisca di un patrimonio di circa 5 milioni e 315.000 euro, costituito da:

- quote di partecipazione relative a 2 società di capitali (ubicate entrambe in Villa San Giovanni(RC)) operanti rispettivamente nel settore della somministrazione di alimenti e bevande (Bar-Gastronomia) e della ristorazione anche a bordo delle navi di una società preposta all’attività di traghettamento privato nello Stretto di Messina;
- Ditta individuale esercente l’attività di panificio in Villa San Giovanni (RC);
- 13 beni immobili tra ville, appartamenti, attici e terreni, ubicati in Villa San Giovanni (RC);
- una autovettura di lusso modello Porsche Carrera 911;
- una imbarcazione da diporto a motore, Coverline Cabin 8.30, della lunghezza di circa 8 metri;
- disponibilità finanziarie.

Sorveglianza speciale per Passalacqua

A Passalacqua è stata altresì inflitta la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni e 6 mesi.