Salvare le donne vittime di tratta, strappandole dalla strada e accogliendole in case sicure. È questo l’obiettivo dello sportello di ascolto, individuato in uno spazio del municipio di Locri e fortemente voluto dall’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”. L’apertura dello sportello è scaturita dall’intercettazione di un bisogno emergente, finalizzata all’ascolto delle potenziali vittime e di supporto o consulenza agli operatori del territorio.

«Che messaggio lanciare? Quello di chiedere aiuto – sostiene la responsabile dei servizi sociali del Comune di Locri Antonietta Dominello - di non rimanere nella trappola della sottomissione e soprattutto di essere tranquille, perché c’è la possibilità di essere tutelate. Da queste situazioni di grande dolore si può venire fuori».

Per l’assessore comunale di Locri Domenica Bumbaca «Si tratta di una giornata importante non solo per la nostra città, perché attraverso questo progetto vogliamo dare la possibilità alle vittime di sentirsi protette. Questo lavoro sarà possibile non solo grazie all’azione delle agenzie del territorio, ma soprattutto grazie alla presenza delle forze dell’ordine».

Prevista anche un’attività di monitoraggio attraverso unità di strada, due volte al mese, sul litorale ionico, al fine di una raccolta dati sul fenomeno della prostituzione su strada e all’emersione delle vittime per una possibile uscita dai percorsi di sfruttamento. «Dai dati che noi abbiamo, a partire dagli sbarchi che si sono iniziati sulle coste del reggino nel 2013, è emersa una grande presenza di vittime di tratta provenienti dalle coste libiche – rimarca Giovanni Fortugno, responsabile della “Comunità Papa Giovanni XXIII” - Si tratta certamente di un fenomeno in evoluzione, si parla di milioni di persone trafficate a livello internazionale. E’ dal 1990 che la nostra comunità opera in questo senso sul territorio nazionale e oggi la Locride diventa per noi un pezzo di intervento».