Il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso dell'ex sindaco Giovanni Papasso. Il provvedimento era arrivato per presunti condizionamenti della criminalità organizzata
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Il provvedimento con il quale lo scorso anno è stato disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Cassano allo Jonio «ha correttamente individuato la sussistenza dei presupposti di fatto che legittimano» la sua adozione. È il passaggio conclusivo della sentenza con la quale il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dell'ex sindaco Giovanni Papasso, dai consiglieri della sua maggioranza e da quattro ex assessori, proposto per contestare il decreto del 24 novembre 2017 con il quale è stato disposto lo scioglimento degli organi elettivi del Comune, nonché tutti gli atti inerenti lo stesso procedimento, per presunti condizionamenti della criminalità organizzata.
Per il Tar, il provvedimento di scioglimento ha correttamente evidenziato «con argomentazione logica e congruente, la sussistenza di una significativa rete di collegamenti e vicinanze, dalla quale si è logicamente inferita l'esistenza del condizionamento». Il complesso quadro individuato poi «non viene in concreto depotenziato dalle singole contestazioni contenute in atti, che non risultano idonee ad elidere i profili di forte e decisa valenza rivelatrice dei collegamenti esistenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata e dei conseguenti condizionamenti, gli effetti dei quali vanno sempre valutati tenendo conto delle circostanze ambientali e dell'implausibilità di una lettura complessiva alternativa».
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