«Resta la nostra profonda perplessità sull'utilità di questa commissione». Lo conferma e lo sottoscrive Alessandro Riello, 37 anni, magistrato campano d'origini ma nato a Rogliano - ci tiene a precisarlo -, prima alla Procura di Crotone ma approdato nel 2018 a Catanzaro in qualità di sostituto procuratore applicato alla direzione distrettuale antimafia.

Leggerezza imperdonabile

Perplesso, e non in solitudine, sull'opportunità di istituire una commissione interministeriale per la giustizia nel Sud. Il decreto firmato nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Marta Cartabia, e dal ministro per il Sud, Mara Carfagna: «Anche se l'istituzione di questa commissione fosse animata dalle migliori intenzioni, la reputiamo sostanzialmente inutile. Ma nel momento in cui si legge di una vera e propria esportazione di buone prassi da uffici di altre zone d'Italia ad uffici del Meridione se anche si fosse trattato di una leggerezza, è una leggerezza davvero imperdonabile».

Magistrati sulle barricate

Non accenna a sedarsi, insomma, la polemica che ha portato sulle barricate i magistrati del Sud Italia, tra i primi proprio il sostituto procuratore catanzarese, il quale però ci tiene a ridefinire i termini della discussione: «Non bisogna confondere le peculiarità dei problemi del Sud e, in questo caso, della giustizia del Sud con l'incapacità da parte di noi magistrati di fare fronte a questi problemi».

Spia di questa confusione, per il magistrato, sarebbe anche l'estromissione dalla commissione dei magistrati del distretto catanzarese, ritenuti proprio dal ministero della Giustizia tra i più produttivi d'Italia: «Il distretto catanzarese non è stato considerato nella composizione di questa commissione e questa scelta per gli standard di rendimento di questo distretto ci lascia molto perplessi». 

La rivolta parte dal Mezzogiorno ma intanto approda in tutta Italia sollecitando la revoca del decreto: «Tutti noi abbiamo scritto ai ministri di valutarne l'opportunità e ribadiamo questa richiesta perchè crediamo che questa commissione sia una sovrastruttura».    

Il direttore Aprile: «Una scelta ingiusta e antimeridionale»