Beccati mentre irrigavano le piante con un tubo di gomma. La sostanza avrebbe fruttato diverse decine di migliaia di euro
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Arrestati zio e nipote: coltivavano marijuana nel Parco Aspromonte. In particolare, nell’ambito delle serrate attività di contrasto al fenomeno della coltivazione di stupefacente nel territorio, si inserisce altra attività di polizia dei carabinieri della Compagnia di Taurianova che nei giorni addietro, hanno arrestato in flagranza di reato per coltivazione illecita di sostanze stupefacenti, due soggetti originari di Platì, un 41enne e un 28enne, già noto alle Forze dell’Ordine, zio e nipote, sopresi a coltivare una piantagione di marijuana.
Nella fattispecie, ad esito di un mirato servizio perlustrativo in area impervia del Parco Nazionale d’Aspromonte, precisamente in località Trepitò di Molochio e Serro Lungo di Varapodio, i Carabinieri delle locali Stazioni, con il supporto dello Squadrone Eliportato carabinieri Cacciatori di Calabria, hanno sorpreso i due, intenti a prendersi cura di una piantagione costituita da 106 piante di marijuana, con altezza variabile tra 0,5 mt e 1,5 mt.
I militari operanti hanno notato la presenza di tre artigianali terrazzamenti posti ad altezze differenti, delimitati da paletti, una rete metallica e del filo spinato, all’interno dei quali erano disposte in ordinate filiere le numerose piante di marijuana, nascoste tra arbusti ed erbacce. A seguito di un prolungato servizio di osservazione, i carabinieri hanno poi scorto i due congiunti entrare all’interno della piantagione e irrigare le piante con un tubo di gomma, prelevando l’acqua da un torrente vicino, venendo in questo frangente prontamente bloccati dai militari.
Le piante che, una volta cresciute, estirpate e vendute al dettaglio, avrebbero fruttato diverse decine di migliaia di euro, sono state sequestrate e catalogate in attesa degli accertamenti tossicologici del caso presso il Ris di Messina. I due arrestati, sono stati dapprima condotti presso la Casa circondariale di Palmi del giudizio di convalida, all’esito del quale, il Tribunale di Palmi ha confermato per entrambi la custodia cautelare in carcere.