Al centro dei collegamenti tra siciliani e calabresi il recupero di un carico arrivato danneggiato. I dettagli emergono dall’operazione che ha portato all’arresto di sei persone
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Oltre 110 chilogrammi di cocaina nascosta in un doppiofondo realizzato nell'intercapedine di un container proveniente dal Sud America scoperta dalla guardia finanza il 25 maggio del 2022 nel porto di Catania. È lo spunto dell'operazione 'Lost and found' di militari del nucleo Pef di Catania - Gruppo operativo antidroga del Gico coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalle sostitute Tiziana Laudani e Michela Maresca, che ha portato all'arresto di sei persone e al sequestro di beni per 7,7 milioni di euro.
Le indagini
Le indagini hanno fatto emergere le figure di Angelo Sanfilippo, 59 anni, condannato del 2010 per narcotraffico, e di uno dei suoi tre figli, Melino, di 34 anni, entrambi destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Dora Catena, operanti in quell'area in qualità di dipendenti di una società. Secondo l'accusa, Angelo Sanfilippo avrebbe avuto rapporti con esponenti di spicco del clan Pillera-Puntina, e, in particolare, con Angelo Di Mauro, 45 anni, noto come 'veleno', già condannato per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti con sentenza del gip di Catania del 17 dicembre del 2007.
I collegamenti con la Calabria
Da intercettazioni telefoniche sono emerse le iniziative adottate da Sanfilippo per il recupero del carico e per porre rimedio nell'immediatezza alla dissaldatura della lamiera, tentando grossolanamente di richiuderla con del nastro adesivo. Sarebbero stati inoltre individuati gli altri soggetti coinvolti nell'illecita attività di recupero: Giuseppe Curciariello, di Siderno, che sarebbe stato l'organizzatore dell'importazione, attivandosi, non appena avuta saputo che il container era arrivato danneggiato, per il timore concreto che l'anomalia potesse attirare l'attenzione degli addetti ai controlli.
Sarebbero inoltre emerse le figure di Angelo Di Mauro e di Antonino Vasta, di 40 anni, quest'ultimo indicato da un collaboratore di giustizia come appartenente alla famiglia Cappello di Catania. I tre avrebbero operato per i due Sanfilippo nel tentativo di recuperare la cocaina. Sarebbe risultato infine coinvolto anche un soggetto della 'ndrina Molè di Gioia Tauro a cui Curciarello avrebbe chiesto ausilio per contribuire all'esfiltrazione della sostanza alla luce dei danni al container.