VIDEO | Il microcosmo ospedaliero è prova degli effetti della vaccinazione. Parla il direttore medico del presidio Ciaccio De Lellis: «Abbiamo pagato un prezzo troppo alto, questi numeri possono replicarsi nella società» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Bisogna vaccinarsi, bisogna farlo in maniera convinta. Abbiamo sofferto molto per la pandemia, in termini di vite umane e di perdite economiche, questo è il momento del riscatto e l'arma del riscatto è sicuramente la campagna vaccinale». Non sono solo parole quelle proferite dal direttore medico del presidio ospedaliero Ciaccio-De Lellis di Catanzaro, Francesco Talarico, osservatore privilegiato dell'andamento della pandemia e, di converso, della lunga scia di vittime che questa si è lasciata dietro.
Non solo parole ma alla prova dei numeri, la vaccinazione si dimostra un'arma formidabile per abbattere il dilagare dei contagi. Prova ne è il microcosmo ospedaliero, ambiente tra i più esposti ai focolai epidemici per il costante afflusso di utenti e pazienti, potenziali vettori del virus anche in forma asintomatica.
La prima ondata
«L'anno scorso di questi tempi abbiamo avuto una prima ondata che ha colpito solo lievemente la Calabria - riepiloga il medico -. È subito intervenuto il primo lockdown con misure molto stringenti che ha immediatamente ridimensionato la possibilità di diffusione dei contagi. In Calabria durante la prima ondata non abbiamo registrato grandi numeri e anche all'interno della nostra azienda ospedaliera abbiamo avuto otto casi di contagio tra gli operatori sanitari».
E la seconda
Era il tempo del lockdown e del blocco totale delle prestazioni ambulatoriali. Gli utenti in quei giorni non afferivano neppure al pronto soccorso. Tutt'altra storia durante la seconda ondata. «La seconda ondata - prosegue il medico - ha impattato sulla Calabria in maniera molto più impegnativa, prova ne è che abbiamo registrato numeri molto più alti di contagi e anche in termini di focolai ospedalieri abbiamo avuto un numero complessivo di operatori coinvolti di 72».
La vaccinazione
Numeri contenuti ma ugualmente allarmanti, totalmente abbattuti durante la terza ondata, quando i contagi e i ricoveri sono cresciuti esponenzialmente per effetto della circolazione delle varianti. Il personale ospedaliero ha aderito quasi in massa alla campagna vaccinale e la terza ondata ha contato solo due contagi tra le corsie. «La campagna vaccinale nel nostro ospedale ha potuto contare su un circolo virtuoso, all'inizio le percentuali di adesioni sono state più basse ma in seguito gli operatori più riluttanti che vedevano i propri colleghi vaccinarsi alla fine si sono convinti. Tranne un piccolo numero di irriducibili (30 su 1700 ndr) la stragrande maggioranza ha aderito a questa campagna vaccinale».
La terza ondata
«E i risultati si sono visti - spiega - perchè il fenomeno dei focolai ospedalieri è stato azzerato, almeno fino ad oggi. Abbiamo avuto, è vero, due casi isolati di contagio tra operatori già vaccinati ma si è trattato di soggetti che si sono contagiati ma in maniera asintomatica e che non hanno contagiato altro persone. Un dato assolutamente importante per far capire come la vaccinazione abbia eradicato il fenomeno dei focolai e il piccolo numero residuo di persone che si sono contagiate lo hanno fatto in forma attenuata e senza trasmettere la malattia». È questo l'effetto della vaccinazione e il potenziale risultato della sua applicazione su larga scala. «Sono numeri che un giorno replicarsi nella società nel suo insieme».