Non resterà confinata entro argini strettamente amministrativi, l'azione di recupero crediti avviata dal policlinico universitario di Catanzaro nei confronti dei propri dipendenti ma potrebbe avere anche uno sbocco penale. La Guardia di Finanza sta, infatti, indagando da qualche mese sulle discrasie rilevate già in sede di verifica interna tra le ore effettivamente lavorate e quelle poi retribuite a medici e infermieri. Il giro di vite nell'azienda universitaria catanzarese era iniziato lo scorso mese di giugno quando, all'esito di un controllo interno, erano emerse incongruenze tra le ore attestate nei fogli di presenza e il sistema di rilevazione informatizzato.

Migliaia di ore non lavorate?

Migliaia di ore di lavoro regolarmente retribuite attraverso gli stipendi a cui però non corrisponde alcuna presenza in servizio, almeno non attestata attraverso il sistema di rilevazione delle presenze. Una circostanza che ha fatto maturare un debito orario nei confronti di alcuni dipendenti del policlinico che non solo non avrebbero svolto le ore previste da contratto ma avrebbero beenficiato anche del pagamento di prestazioni aggiuntive.

Indagine interna al Policlinico

Per tentare di correre ai ripari i vertici aziendali hanno così iniziato a notificare ai dipendenti missive con cui si annuncia il recupero delle somme erroneamente erogate, un'istruttoria che ha scandagliato l'arco temporale dal 2015 al 2019 e che si è conclusa di recente con l'avvio di un'azione di recupero dei crediti da addebitare sugli stipendi.

L'indagine delle fiamme gialle

Ma il management aziendale non è l'unico a volerci vedere chiaro sull'intricata vicenda, anche l'attenzione della Guardia di Finanza si è appuntata infine sulle medesime incongruenze. Le fiamme gialle hanno, infatti, già proceduto al sequestro dei documenti inerenti, in particolare, l'unità operativa di Anestesia e Rianimazione, dove medici e infermieri non solo non risultano aver lavorato per le ore previste da contratto ma avrebbero anche beneficiato di ulteriori somme riconducibili allo svolgimento di prestazioni aggiuntive. 

Gli inviti a "chiarire"

L'inchiesta avviata dalla Guardia di Finanza sta procedendo a tamburo battente, tanto che nei giorni scorsi è stata ascoltata come persona informata sui fatti la dirigente della struttura complessa gestione delle Risorse Umane, Gabriella Gagliardi, tra i firmatari delle missive e quindi responsabile del procedimento. E non è escluso che ancora altri saranno chiamati a riferire sulla vicenda.