Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip il 21 ottobre scorso nei confronti di Francesco Lupia, medico in servizio all'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e accusato assieme ad altri sanitari del 118 di falso ideologico e truffa aggravata.

L'operazione condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza aveva disvelato un presunto sistematico assenteismo dal servizio di emergenza presentando falsi certificati di malattia, sia come forma di ritorsione nei confronti dell’Asp di Catanzaro che aveva revocato loro una indennità, sia per timore di subire il contagio nella fase acuta dell’emergenza epidemiologica. Per il medico in particolare era stato disposto un sequestro del valore di 12mila euro.

Una accusa che il medico ha subito contestato, assistito dagli avvocati Giusi Possidente e Francesco Iacopino, presentando un ricorso al Tribunale del Riesame, al fine di rappresentare al collegio l’infondatezza dei gravissimi addebiti prospettati dalla Procura. I legali, nel corso della discussione, hanno depositato corposa documentazione medica, corredata da una consulenza medico legale e da memoria difensiva, con la quale hanno sottolineato l’assoluta correttezza dell’operato di Lupia e l’effettività, oltre che serietà, delle patologie via via certificate all’Asp, a giustificazione dell’assenza dal lavoro del medico, imposta da uno stato di salute che ha lo costretto anche a un intervento chirurgico.

In particolare, la difesa ha evidenziato come talune circostanze dedotte e documentate in udienza fossero, in realtà, già emerse in fase di indagini, senza tuttavia essere approfondite dagli investigatori, avendo gli stessi ritenuto di attribuire “orizzontalmente” a tutti i medici le accuse di falsità della malattia, così però finendo per assimilare le singole posizioni, senza distinguere caso per caso. Ancora, a ulteriore conferma dell’assenza di qualsiasi forma di “reazione” scomposta e illegittima da parte del medico, la difesa ha evidenziato come il sanitario abbia avversato la delibera Asp nelle sedi giudiziarie competenti, affidandosi al supporto di un avvocato giuslavorista e producendo documentazione sulla pendenza del relativo giudizio.

Infine, a definitiva dimostrazione della serenità del medico, la difesa ha evidenziato come lo stesso, forte della propria rettitudine e onestà e in un’ottica chiarificatrice, avesse chiesto immediatamente, all’indomani del primo atto di indagine comunicato agli indagati e ai difensori, di essere interrogato dal requirente, senza tuttavia essere sentito, salvo poi ricevere il sequestro dei propri conti correnti. Sequestro oggi revocato dal Tribunale del Riesame che ha ritenuto fondate le censure difensive e, quindi, pienamente legittimo l’operato del medico, davvero assente per malattia e, come tale, distante e lontano dalle pesanti accuse mosse a suo carico.