Omissione d'atti d'ufficio, abuso d'ufficio, falso ideologico e inosservanza all'ordine dell'autorità giudiziaria. Sono questi i reati sui quali un gruppo di dipendenti del Sant'Anna Hospital ha chiesto alla Procura di indagare. A bocce ferme e dopo aver incassato il parere favorevole di ben due sentenze - Tar Calabria e Consiglio di Stato - i dipendenti hanno infatti depositato questa mattina un esposto-querela nei confronti di Luisa Latella, Salvatore Gullì e Carmelo Musolino, la terna prefettizia che ha retto l'Asp di Catanzaro dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, e nei confronti di Francesco Marchitelli, ex direttore amministrativo dell'Asp.

Le sentenze amministrative

L'esposto sottoscritto da tredici dipendenti, patrocinati dall'avvocato Domenico Grisolia, arriva dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha nei fatti confermato la pronuncia del Tar Calabria. Il Sant'Anna Hospital si era infatti rivolto ai guidici amministrativi per avversare il diniego opposto dalla terna commissariale a sottoscrivere il contratto 2020, o comunque a vincolarlo all'esito del procedimento penale in cui i vertici della clinica sono rimasti coinvolti. Il riferimento è all'inchiesta Cuore Matto che ha ipotizzato il reato di truffa aggravata nei confronti dei titolari della clinica privata per aver percepito rimborsi per prestazioni mai erogate dall'Utic

Accreditamento

Già il Tar Calabria aveva richiamato l'Asp a determinarsi sulla contrattualizzazione del Sant'Anna Hospital escludendo però che la clinica fosse priva dell'accreditamento. Un concetto ribadito anche dai giudici di Palazzo Spada: la struttura assistenziale era accreditata e sulla sospensione delle attività deliberata dalla terna prefettizia si gioca ora una nuova partita ma questa volta in Procura.

L'Utic

«La sentenza del Tar e del Consiglio di Stato hanno rimarcato che l'inoperatività dell'Utic per l'anno 2020 non consentiva di impedire alla clinica di continuare a svolgere le attività - ha chiarito l'avvocato Domenico Grisolia - La terna ha ritenuto che la ragione Utic fosse d'impedimento alla accreditamento e all'erogazione delle risorse: l'accreditamento c'era già stato, le erogazioni sono dovute. Se la triade non è convinta imparino a rispettare le sentenze in nome del popolo italiano».

Risarcimento del danno

Ed è proprio la mancata applicazione delle sentenze che oggi viene contestata: «Ben due sentenze - ha aggiunto l'avvocato - quella del Tar e quella del Consiglio di Stato ancora non sono state rispettate. Tant'è che il Tar Calabria aveva già nominato un commissario ad acta nella persona el segretario del Ministero della Salute vista l'inadempienza dell'Asp di Catanzaro». I dipendenti hanno anche chiesto un risarcimento del danno: «consistito - si legge nell'esposto - nella mancata corresponsione di stipendi da un anno e mezzo, nel danno d'immagine professionale con perdita di riconoscimento nello sviluppo della carriera che hanno visto migrare numerosi pazienti che sono dovuti ricorrere a strutture esterne alla Regione Calabria il cui ammontare grava sul bilancio della stessa Regione Calabria».