I familiari del minore responsabile della violenza all'uscita da scuola hanno informato le forze dell'ordine e in una lettera scrivono: «Il mondo ci è crollato addosso, stiamo vivendo il dramma di un fallimento»
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Un pugno in faccia, e quella stessa faccia, tumefatta, che finisce sui social. A pubblicare la foto era stata la madre del 14enne aggredito due settimane fa all’uscita da scuola a Castrolibero, alle porte di Cosenza. «Erano tutti presenti e nessuno ha visto», aveva scritto la donna. E poi: «Vergonatevi tutti».
Sul caso era intervenuto anche il sindaco della comunità, Giovanni Greco, che aveva dichiarato: «Dobbiamo sentirci tutti coinvolti in un processo di crescita di una società più coesa e responsabile del proprio futuro che possa arginare questi fenomeni e che sia capace di formare la persona ai veri valori del rispetto e della pace». E a parlare oggi, attraverso una lettera inviata alla stampa, sono proprio i genitori del ragazzo autore della violenza. Un gesto che lui stesso ha confessato alla propria famiglia, che prontamente si è rivolta alle forze dell’ordine, come si legge nella missiva.
«Da poche ore abbiamo appreso, da nostro figlio, che è lui l’autore dell’aggressione al giovane di Castrolibero. E, da quello stesso istante, il mondo ci è crollato addosso, con una sola certezza: quella di dover informare le forze dell’ordine», è scritto.
«Il fatto, da qualunque angolazione lo si guardi, è di gravità inaudita – afferma il papà del ragazzo, che firma la lettera –. È grave per la giovane vittima, è grave per la sua famiglia, è grave per nostro figlio, è grave per nostra figlia che, frequentando quella stessa scuola, rischia di portare il peso di comportamenti non suoi e, se possibile, è ancora più grave per me e mia moglie, che stiamo vivendo il dramma di un fallimento».
Parole pesanti quelle dell’uomo, che esprimono la sofferenza e il senso di smarrimento di fronte a quanto accaduto: «Perché in questo momento ci troviamo a sperimentare che quello del genitore è veramente il mestiere più difficile al mondo – scrive ancora –. Non facciamo altro che chiederci dove abbiamo sbagliato, dopo aver vissuto tutta la vita, e il nostro essere famiglia, guidati dai valori dell’accoglienza, della correttezza e del senso di responsabilità: valori lontani anni luce da queste azioni».
«Non so se avremo mai risposta a questa domanda – prosegue la lettera –, ma, proprio sulla base dei valori che ci guidano, riteniamo giusto che nostro figlio impari ad assumersi le sue responsabilità ed a rispondere delle sue scelte e delle sue azioni, sebbene ancora minorenne».
«Alla madre ed al padre della giovane vittima – conclude – giunga il senso più profondo del nostro dolore per l’accaduto, che è solo l’altra faccia di una stessa medaglia».