VIDEO | Ad attenderlo solo una cinquantina di simpatizzanti. Il primo cittadino di Locri, Giovanni Calabrese attacca: «Cittadina sotto assedio, disagi per i residenti»
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Emotivamente provato ma sereno per il buon esito del dibattimento. Il primo giorno del Processo Xenia Mimmo Lucano lo ha vissuto dal fondo dell’aula grande del tribunale di Locri, seduto sugli scalini della tribunetta in genere riservata al pubblico, con accanto la sua compagna Lemlem. Nonostante non sia più sindaco di Riace, Lucano vivrà ancora da esiliato, per effetto dell’ennesimo no alla revoca della misura del divieto di dimora.
L'udienza di questa mattina è stata occupata dall'esame delle eccezioni preliminari presentate dai difensori degli imputati. Il collegio, presieduto da Fulvio Accurso, si è riservato di decidere sulle eccezioni preliminari, fissando la ripresa del processo a lunedì prossimo. Intanto Viminale e Prefettura si sono costituiti parte civile, mentre il Comune di Riace ha deciso di non chiedere i danni.
Fuori ad attendere Lucano una cinquantina di simpatizzanti, giunti per partecipare al presidio promosso dal “comitato 11 giugno”. Un numero inferiore alle attese che ha reso Locri dalle prime ore della mattina una città blindata, non senza polemiche. «È sicuramente corretto garantire a tutti la possibilità di manifestare le proprie idee e sicuramente questo è stato fatto oggi nella nostra città – ha rilevato il sindaco di Locri Giovanni Calabrese - In un clima surreale questa mattina è stato, però, imbarazzante vedere una città sotto assedio. Enorme disagio ai cittadini per favorire una legittima manifestazione che non ha avuto alcuna partecipazione considerato che nel momento di maggiore affluenza si è registrata la presenza di circa cinquanta persone».
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