L’assemblea plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso di non archiviare la pratica di trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale del presidente della sezione penale del tribunale di Crotone, Massimo Forciniti, ex membro togato di Unicost del Csm. Nel mirino di Palazzo dei Marescialli, erano finite le sue chat con l’ex pm di Roma Luca Palamara, radiato dalla magistratura, e oggi sotto processo a Perugia per corruzione.

La prima commissione aveva proposto al “Parlamento delle toghe” l’archiviazione del procedimento, ma in Plenum la scelta non è stata condivisa dalla maggior parte dei presenti, alcuni dei quali hanno addirittura sollevato perplessità sul fatto che non sia stata esercitata l’azione disciplinare nei confronti di Massimo Forciniti. Accuse, se così possiamo definirle, arrivate dai consiglieri Fulvio Gigliotti e Nino Di Matteo

La votazione ha visto prevalere quindi i no all’archiviazione della pratica: sono 9 i consiglieri che hanno scelto di far ritornare la pratica in prima commissione, 8 quelli favorevoli e 6 gli astenuti.

Si tratta di un colpo di scena arrivato dopo una lunga discussione, all’interno della quale il consigliere relatore della pratica, Elisabetta Chinaglia, ha dichiarato di astenersi, a seguito delle polemiche giunte dal resto dell’assemblea plenaria, in particolar modo dai consiglieri Fulvio Gigliotti, Nino Di Matteo, Stefano Cavanna, Filippo Donati, Mario Suriano e Alessandra Dal Moro.

«Forciniti si è lamentato della considerazione delle conversazioni intercorse ritenendo sussistente una totale immunità dei consiglieri nell’ambito della consiliatura, ma in realtà questo non è vero. Quello che è vero che non spetta alla prima commissione giudicare com’è stata volta l’attività di consigliere, ma all’organo disciplinare» ha affermato il consigliere togato Elisabetta Chinaglia, relatore della pratica. Poi è toccato a Cavanna. «Inaccettabile che questo trasferimento non venga deliberato» ha dichiarato. Gigliotti è andato giù duro: «Questa delibera è poco fondata sul piano tecnico. Dico anche che è sorprendente che l’azione disciplinare non sia più esercitabile. I fatti sono stati di una gravità enorme». Anche Di Matteo si è accodato alla decisione di non votare la pratica d’archiviazione.

Donati invece ha rilevato che «qui – riferendosi allo scambio Forciniti-Palamara - la situazione è sconcertante. Forciniti è presidente di sezione. Può continuare a farlo? Secondo me no. Con un trasferimento eviteremmo che continui a farlo. Questa proposta di delibera è agghiacciante. Non si può archiviare dicendo “che tanto mancano pochi mesi al suo incarico”» ha concluso il professore, componente laico del Csm. A ruota Alessandra Dal Moro: «Votai contro il trasferimento del dottor Fracassi, ma i fatti attuali non sono affatto sovrapponibili. L’archiviazione di Forciniti non mi pare convincente». Il consigliere togato Loredana Micciché tuttavia ha espresso voto favorevole, così come Paola Braggion. Infine, la stoccata di Elisabetta Chinaglia «i fatti comunque dimostrano la caduta dell’indipendenza e dell’imparzialità di questo magistrato» e le reiterate “accuse” di Gigliotti. «Ciò che si rileva da questa delibera relativa al dottor Forciniti è sicuramente che i fatti in oggetto avrebbero una notevole rilevanza disciplinare». Ora la pratica torna in prima commissione che dovrà rimodulare la delibera. Il rischio trasferimento per Massimo Forciniti, nonostante manchino circa due mesi al termine del suo mandato, è concreto.

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