50 pagine di relazione. In quei documenti – stilati dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio - sono contenute le accuse rivolte al ministro dell'Interno Matteo Salvini e al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Entrambi, infatti, risultano iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla nave Diciotti per sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio. Il fascicolo, come riporta Adnkronos, raggiungerà oggi Palermo per approdare nelle mani del procuratore capo Francesco Lo Voi. Passerà poi nelle mani del Tribunale dei ministri che valuterà se procedere con ulteriori accertamenti o ascoltare gli indagati.

Il caso Diciotti

La complicata vicenda legata al mancato sbarco di 177 migranti (tra cui diversi minori), soccorsi dalla nave della Guardia costiera Diciotti, ha inizio con l’attracco al porto dell’imbarcazione e il “No” allo sbarco imposto dal capo del Viminale. Una presa di posizione storica sostenuta dalla convinzione di consentire lo sbarco solo se altri Paesi europei avessero aperto le porte ai migranti a bordo. Il gruppo, trattenuto nello scalo siciliano per 5 giorni (dal 20 al 25 agosto, 10 giorni dopo il soccorso in mare), è stato infine accolto a terra e suddiviso tra Albania, Irlanda e Chiesa italiana. Alcuni di loro, anche nelle diocesi di Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio, Rossano-Cariati.

 

La posizione del ministro Salvini

Il ministro Salvini, appresa la notizia dell’inchiesta, aveva ribadito: «Mi possono indagare anche per questo ma il limite è stato raggiunto». Una posizione mantenuta ferma anche nei giorni successivi, mentre divampava la polemica. «Mi accusano di ricatto all'Ue, un nuovo reato? Lo rivendico. Ho scoperto che ci sono altri due capi di imputazione. Per me sono medaglie». Non è mancato, infine, un botta e risposta tra il leader della Lega e il presidente francese Macron. Quest’ultimo, in visita in Danimarca, aveva replicato agli attacchi di Viktor Orban e Matteo Salvini affermando che i due «hanno ragione a vederlo come il loro principale avversario» in Europa sul capitolo migranti. «Non cederò niente ai nazionalisti - ha rimarcato ai giornalisti presenti- e a quelli che predicano odio».  Pronta la reazione di Salvini (foto kontrokultura): «Più di 40.000 respingimenti alle frontiere francesi con l'Italia dall'anno scorso - scrive su Facebook - altro che solidarietà e accoglienza. Macron abbia il buon gusto di tacere e non dare lezioni agli italiani». g.d'a.

 

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