Si accaparravano, indebitamente, l'utilizzo di immobili Inps che poi abusivamente concedevano a terzi previo pagamento di un canone mensile. E' quanto scoperto dai carabinieri di Firenze che hanno sgominato un'associazione per delinquere, capeggiata da due fratelli calabresi.

 Le violenze private

Le indagini hanno fatto emergere numerosi episodi di violenza privata e minacce nei confronti degli occupanti degli immobili, che scattavano nel momento in cui qualcuno chiedeva di voler regolarizzare la propria posizione con l'Inps e, soprattutto, non sottostare piu' alle illecite richieste della gang. I carabinieri hanno cosi' dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Firenze nei confronti di 5 indagati (tre in carcere, uno ai domiciliari, uno sottoposto al divieto di dimora nel comune di Firenze). Contemporaneamente l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di 5 appartamenti di proprietà dell'Inps a Firenze, occupati abusivamente dagli indagati.

I reati contestati

Agli indagati sono stati contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alle occupazioni abusive di abitazioni, sfruttamento del lavoro, nonché' estorsioni e violenza privata. Il provvedimento è stato emesso a conclusione di una complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura di Firenze a partire dal febbraio dello scorso anno che ha consentito di individuare una compagine criminale, secondo le accuse, particolarmente incline alla gestione di occupazioni abusive ai danni di alcuni stabili dell'Inps in città. Gli elementi acquisiti hanno permesso di tracciare le dinamiche, i fronti investigativi e i ruoli ricoperti da ciascun componente dell'organizzazione, evidenziando la figura egemonica di due fratelli di origine calabrese, che, gestori di fatto di una cooperativa edile, impiegavano operai di origine rumena sottopagandoli e li collocavano, a titolo oneroso, abusivamente in abitazioni dell'Inps, che avevano nella loro disponibilità.

Le ingenti somme di denaro

Dalle indagini, si apprende, è chiaramente emerso che i due fratelli sono riusciti a guadagnare ingenti somme di denaro, estorcendo parte del compenso destinato agli operai "iscritti" alla cooperativa come artigiani e accaparrarsi contestualmente, anche attraverso l'uso della violenza e la minaccia, un "canone di locazione" in denaro contante che veniva poi detratto dalla busta paga. Chi non si sottoponeva a tale "sistema", attraverso più episodi di violenza privata (distacco della luce, chiusura del gas, dell'acqua e danneggiamenti di autovetture) veniva obbligato a lasciare l'immobile.

L’inserimento nelle realtà edili fiorentine

Nel medesimo contesto gli investigatori hanno accertato che il denaro, frutto delle attività illecite, in attesa di essere trasferito in Romania per l'acquisto di immobili veniva depositato da uno dei fratelli, dominus dell'associazione e con moglie rumena, in conti correnti bancari intestati a dipendenti rumeni i quali, dietro minaccia, consentivano ai fratelli di operare. E' stato inoltre accertato che i fratelli calabresi riuscivano a inserirsi all'interno di importanti realtà edili fiorentine, offrendo prezzi concorrenziali effetto dello sfruttamento del lavoro. Per quest'ultimo aspetto l’attività e' stata approfondita anche grazie all'ausilio tecnico professionale del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Firenze. Oltre alle misure cautelari, e' stato disposto il sequestro preventivo di 5 immobili di proprietà dell'Inps ubicati in città, che gli indagati occupavano abusivamente.