Dopo la protesta dei genitori di Zambrone Giuseppina Prostamo chiarisce: «Situazione segnalata all’Ufficio regionale già da giugno scorso»
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«La situazione è in mano all’Ufficio scolastico regionale, spetta a loro l’assegnazione di ulteriori collaboratori». Giuseppina Prostamo, dirigente dell’istituto comprensivo di Tropea, ci tiene a chiarire di aver fatto «quanto in mio potere» per risolvere la questione relativa alla carenza di bidelli al plesso di Zambrone, dove questa mattina è montata la protesta dei genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e primaria.
Nel distaccamento zambronese sono infatti presenti due unità (una per infanzia e primaria e una per secondaria) che si trovano a gestire un centinaio di bambini, con conseguente apprensione di padri e madri non solo per questioni igienico-sanitarie, ma anche di incolumità dei piccoli: «I bambini potrebbero uscire dalle porte incustodite e finire sotto una macchina», avevano tuonato, minacciando anche di non far entrare i figli a scuola fino alla soluzione definitiva del problema.
Oggi arriva quindi l’intervento della dirigente, che chiarisce anche i tempi nella gestione della criticità: «La carenza è stata segnalata più volte già dal 20 giugno scorso: sin dall’inizio abbiamo chiesto otto collaboratori in più, ma ce ne hanno assegnati soltanto due. Circa quindici giorni fa abbiamo ripetuto la richiesta e siamo ancora in attesa di una risposta che sarebbe dovuta arrivare già lunedì, ma gli uffici di Catanzaro sono rimasti chiusi per via del terremoto».
Una carenza che, a quanto pare, non riguarderebbe solo il distaccamento di Zambrone: «È una situazione incresciosa – incalza la Prostamo - perché sto dirottando a rotazione in quella scuola il personale di Tropea, dove però è iniziato il tempo pieno e quindi ho difficoltà anche qui».
Eppure una soluzione tempestiva ci sarebbe: «Potrei anche avere la possibilità di nominare direttamente il personale – ha spiegato la dirigente -, ma finché non mi viene data una liberatoria dall’Ufficio scolastico regionale non posso fare nulla».
Da Catanzaro si attende quindi un segnale che potrebbe arrivare a stretto giro. Nel frattempo i genitori restano in allerta, pronti a chiamare in causa il prefetto se la vicenda non vedrà una soluzione definitiva in tempi brevi.