Nonostante il prevedibile aumento di viaggiatori non è stato predisposto alcun piano per l'accesso allo scalo. Risse e transenne rotte, il racconto di chi c'era: «Ammassati come bestie»
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Questa mattina, all’aeroporto di Lamezia Terme, un poderoso assembramento ha creato disagi e paura per i tanti passeggeri in attesa di entrare per imbarcarsi. Una situazione da alcuni viaggiatori definita “surreale” e "vergognosa". I racconti di chi si è trovato all’ingresso ad affrontare una fila senza controllo sono listati di rabbia e frustrazione.
«Sono arrivata in aeroporto e ho subito visto questa coda a duecento metri da me – racconta una ragazza -. Ho tentato di chiedere se fosse accaduto qualcosa, magari uno sciopero improvviso, il malore di qualcuno, ma nulla, non era successo nulla, solo confusione».
«Ammassati come bestie»
Un’addetta ha iniziato a spiegare alla folla, di minuto in minuto sempre più corposa e inquieta, che non si poteva entrare in aeroporto senza essere chiamati.
«Eravamo tutti ammassati senza alcuna logica, come delle bestie. Ti lasciavano entrare su chiamata, ma soltanto se ti ammassavi davanti la porta e soltanto se avevi la fortuna di parlare italiano e capire cosa diceva questa hostess di terra che ripeteva: “Se perdete il volo non mi interessa niente, ci sto provando in tutti i modi”».
Risse e transenne rotte
L’attesa, il caldo e anche il timore di rimanere bloccati gomito a gomito con decine di altre persone, con tutti i rischi collegati ai possibili contagi, hanno provocato forti tensioni tra i passeggeri, in qualche caso degenerate in risse. Alcuni, terrorizzati all’idea di poter perdere il volo, hanno addirittura cominciato a rompere le transenne per guadagnare l’ingresso. Turisti stranieri, impossibilitati a comprendere le istruzioni della hostess che parlava solo in italiano, hanno cercato aiuto da altri passeggeri per tradurre le informazioni. Insomma uno scenario da guerra.
«Nessun green pass mostrato»
«Nessuno è stato controllato, nessun green pass chiesto e nemmeno l'esibizione dei test – denuncia la passeggera ancora provata -. Non era possibile in alcun modo vista la totale disorganizzazione in cui versava l’aeroporto».
In quella che molti hanno definito “quarta ondata” di Covid, in Calabria la situazione nello scalo più importante della regione, appare oggi terrificante.
«Com’è possibile – si chiede la giovane - non attuare alcun tipo di organizzazione in giorni come questi? É da terzo mondo. Per la verità neanche in Africa ho mai vissuto situazioni così imbarazzanti e pericolose».