«Credo che sia una delle esperienze più belle fatte nella mia vita. Questo lo posso dire senza tema di smentita». Dopo due anni alla guida della Legione carabinieri, il generale Andrea Paterno lascia il comando regionale. Con una punta di orgoglio passa in rassegna l'attività svolta in un rapporto sinergico con la Procura di Catanzaro: «Ovviamente l'operazione più grande è stata Rinascita Scott - ricorda Paterno - ma anche io ho fatto parte di questa indagine già iniziata che ha richiesto tanti anni. Però è stata quella che in quanto a numeri credo che sia difficilmente eguagliabile. Ma anche nei dettagli più piccoli, nei singoli gesti del carabiniere io ho ricavato una gratificazione, una soddisfazione che non pensavo di poter provare arrivato a questa età e a questo incarico».

La cerimonia di avvicendamento 

Lascia il testimone al generale Pietro Francesco Salsano con un ultimo messaggio: «Le istituzioni devono avere una consapevolezza - ha aggiunto Paterno -: mantenere una credibilità ai massimi livelli perchè la collaborazione e l'apporto che fornisce il cittadino calabrese è determinante». Questa mattina si è svolta la cerimonia di avvicendamento ai vertici della Legione Calabria alla presenza delle massime istituzioni. Era presente il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il presidente della Corte d'Appello Domenico Introcaso, il presidente del Tribunale Rodolfo Palermo, il comandante interregionale carabinieri "Culquaber" Gianfranco Cavallo, il prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta e il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì. 

Solidarietà a Gratteri

A prendere la guida del comando regionale è stato Pietro Francesco Salsano, comandante della prima brigata mobile di Roma, classe 1965, pugliese d'origine, il quale ha innanzitutto voluto porgere la sua solidarietà al procuratore Nicola Gratteri: «Ci siamo solo sentiti telefonicamente - ha dichiarato - soprattutto a causa delle notizie apparse sulla stampa recentemente che anche se risalenti nel tempo però fanno capire come si vive in questi territori. Questa per me è la sesta zona disagiata, dopo due volte in Sicilia nel palermitano, la Sardegna, Scampia, la Puglia; quindi mi mancava la Calabria e completo il circuito ma sono molto orgoglioso. Per me è una grande prova di fiducia nei miei confronti e spero di ripagarla».