I manifestanti sollecitano una risposta sanitaria efficace e chiedono l’apertura di un reparto Covid per i degenti che escono dalla fase acuta della malattia (ASCOLTA L'AUDIO)
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L'opposizione alla zona rossa calabrese è stata il detonatore, ma a Gioia Tauro la protesta diventa ora la richiesta di una risposta sanitaria migliore. Il concentramento tenuto davanti all'ingresso dell'ospedale cittadino, dopo che in giornata i commercianti avevano tenuto aperti i negozi in segno di sfida contro il Dpcm, è servito soprattutto per annunciare - da parte di Lino Cangemi, consigliere comunale di Fratelli d'Italia - l'intenzione di varare un comitato che si batta contro l'apertura di un reparto covid per i degenti che escono dalla fase acuta della malattia.
È nata dunque una manifestazione politicamente trasversale, nella folla si sono notati tra gli altri due consiglieri comunali della maggioranza di centrosinistra, e i cittadini che ha parlato hanno diviso equamente tra governo e regione le colpe dell'attuale deficit sanitario.
«Possiamo anche accettare le chiusure imposte dalla pandemia - ha detto al megafono Mariangela Giovinazzo, la mamma di un bambino costretto a cure fuori regione - ma non possiamo assolutamente sopportare che non si migliori, anzi peggiori, l'offerta sanitaria». Il sit-in , partecipato da un centinaio di manifestanti - raccolti e con la mascherina in viso, recanti anche una serie di striscioni - è avvenuto senza bloccare l'ingresso dell'ospedale, e sotto la stretta vigilanza di polizia e carabinieri.