Il ministro della Giustizia ha inoltre annunciato un decreto per consentire ai magistrati di rivalutare le posizioni dei condannati per mafia o gravi reati scarcerati con l'emergenza coronavirus
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«Ribadisco che nel giugno 2018 non vi fu alcuna 'interferenza', diretta o indiretta, nella nomina del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria». Lo ha sottolineato il ministro della giustizia Alfonso Bonafede nel questione time al Senato negando condizionamenti nella scelta di non affidare l'incarico all'allora pm antimafia Di Matteo.
La questione Di Matteo
«È totalmente infondato il collegamento tra questi fatti e le scarcerazioni di cui si è parlato in questi giorni, frutto di decisioni di magistrati che hanno applicato leggi previgenti che nessuno aveva mai modificato fino al decreto legge approvato la scorsa settimana da questo governo con il quale si stabilisce che, rispetto, alle istanza di scarcerazione, è obbligatorio il parere della Direzione nazionale antimafia e delle Direzioni distrettuali antimafia», ha aggiunto il guardasigilli escludendo che l'uscita dal carcere di condannati al 41 bis e per reati gravi sia collegata alla vicenda della nomina al Dap.
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Fuori dal carcere 360 condannati per mafia
Il ministro, inoltre, fa sapere che sono state rafforzate le misure per valutare le richieste di scarcerazione per motivi legati all'emergenza Covid da parte di detenuti per reati gravi o di mafia. In particolare, dopo l'insediamento del vice capo del Dap Roberto Tartaglia - ha spiegato il ministro - «è stata emanata la circolare del 2 maggio 2020 che invita i direttori degli istituti penitenziari a comunicare immediatamente al dipartimento le istanze presentate dai detenuti sottoposti al regime» del 'carcere duro'. Lo scorso 24 aprile, inoltre, un'altra circolare «prevede l'obbligo per i detenuti delle carceri di trasmettere alla Direzione nazionale antimafia e alle Direzioni distrettuali competenti le segnalazioni o istanze contenenti ristretti sottoposti al regime di cui al 41bis o assegnati al circuito 'alta sicurezza'».
In cantiere il progetto di un decreto legge «che permetterà al magistrato di sorveglianza la rivalutazione delle misure già concesse al mutare del quadro sanitario di riferimento nella fase 2 dell'emergenza Coronavirus». Dal carcere sono usciti circa 360 detenuti condannati per reati legati alla mafia.