«Non vi nascondo che è una grande prova per me». È visibilmente commosso l'arcivescovo di Crotone-Santa Severina don Angelo Panzetta chiamato a celebrare oggi i funerali della piccola Ginevra, la bimba di due anni morta di Covid a Roma.

«Sono un vescovo ma sono anche un essere umano e come tale l'evento mi ha scosso profondamente suscitando in me tanti interrogativi. Ho pregato e mi sono sorte tre parole». Tre parole che richiamano alla sofferenza che stanno vivendo i familiari della piccola, al senso di responsabilità e al dovere di imparare da questa immane tragedia, alla fede nella quale i genitori possono trovare conforto: «Dolore, quello che provano i parenti e i genitori. Responsabilità, penso che i genitori di Ginevra hanno diritto a risposte senza cercare capri espiatori. Ma abbiamo diritto alla verità, il diritto a sapere come sono andate le cose aiuterà a capire, a comprendere. Sarebbe ancora più grave se non imparassimo da questa tragedia. Avvertiamo il desiderio di una sanità migliore. Sono convinto che il grado di civiltà di una comunità si misura da come tratta i più deboli. È in gioco l’onore della nostra comunità. Si programmi un futuro di cure. La terza parola è fede. Questa tragedia -  ha detto ancora don Angelo Panzetta - può diventare motivo di crescita per tutti noi. Ginevra è nella luce di Dio. Quella spada nel cuore non è l'ultima parola. Ciò che è accaduto a Gesù di Nazareth è accaduto a Ginevra. È un fiore stupendo accanto a Gesù, tra le braccia del signore per eternità».

Proprio ai genitori, non presenti ai funerali perchè positivi al Covid, il vescovo ha rivolto il messaggio finale: «Siete giovani avete tutta la vita davanti. Il più bel regalo che potete fare a Ginevra è quello di continuare a volervi bene e costruire il vostro progetto di vita».