È arrivato nella città dello Stretto l’ex premier per deporre nell’ambito del processo che vede imputato Claudio Scajola
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È arrivato a Reggio Calabria l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Accompagnato dal suo legale, Niccolò Ghedini, Berlusconi è giunto nell'aula bunker di viale Calabria, per testimoniare nell’ambito processo Breakfast, che vede imputato l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola con l'accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena. L'ex parlamentare, che si trova ancora latitante a Dubai, deve scontare una condanna a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
«Mai avuto rapporto di nessun tipo con il signor Matacena»
«Non ho conoscenza motivazioni che hanno portato Scajola, se fu lui a decidere, all'esclusione di Matacena. Né dello stesso Matacena o di altri candidati. Non sono al corrente di queste situazioni». Così ha risposto l’ex premier alla domanda se conoscesse la situazione di Matacena, in relazione alle sue accuse di concorso esterno in associazione mafiosa.
«Non sapevo quale fosse il mestiere di Matacena. Rispetto al numero di candidati eletti, quelli che presentavamo erano diverse centinaia. Non sono mai stato a conoscenza di rapporti fra Matacena e Scajola. Non ricordo di iniziative di Matacena in tema di legislazione Antimafia. Non ho mai sentito parlare di Vincenzo Speziali jr. Mai saputo - ha continuato - delle intenzioni di Dell'Utri di andare in Libano in fuga. Era a mia conoscenza che proprio il Libano aveva un trattato preciso con L'Italia.
Io ho un ricordo sbiadito del signor Gemayel. Andando a verificare agende di quel tempo ho trovato una colazione con lui nel mese di marzo del 2012. Con lui era ospite, ed era stato lui ad invitarlo, l'onorevole Scajola. Cercai di ricordare di cosa si fosse parlare, mi venne in mente ragionamento di Gemayel di candidarsi alla presidenza del Libano e discorsi suoi circa la volontà di collaborare con la grande famiglia della democrazia e libertà che è il Partito popolare europeo».
I rapporti con Scajola
«Con Scajola - ha dichiarato ancora Berlusconi - rapporto di grande stima e fiducia nel 2001. Le vicende giudiziarie hanno molto pesato su di lui, ma non ho avuto altro se non qualche telefonata per gli auguri. Non mi risulta che abbia avuto incontri personali con altri esponenti di vertice di Forza Italia. Non c’è stata mai più occasione di parlare di progetti nuovi. Scajola, quale coordinatore nazionale, si interfacciava sempre con me. Aveva una quasi completa autonomia. Mi occupavo di vicende di governo e lui era il leader del partito. Compito quasi esclusivo di Scajola quella di scegliere i candidati».
La figura di Gemayel
«Gemayel soggetto di non rilevante personalità. Non mi colpì particolarmente. Non mi fu detto come si conobbero Scajola e Gemayel. Il suo ruolo – ha continuato l’ex premier - era quello di un politico libanese in procinto di candidarsi alla carica del paese. Era una semplice conoscenza. Non c'erano motivi particolari. Non ero più presidente perché c'era stata la dimissione del 2011 e non ero capo del governo. Ero numero uno della politica italiana e dell'editoria e molte persone volevano conoscermi. Escludo nella maniera più assoluta che si sia programmato un incontro ulteriore con Gemayel».
Oggi in aula anche l'ex moglie di Matacena, Chiara Rizzo. Proprio la sua difesa ha chiesto la testimonianza di Berlusconi.