Sono state centinaia le persone accorse ieri al Bouganville Palace Hotel di Belvedere Marittimo per assistere al convegno a cui ha preso parte il procuratore antimafia Nicola Gratteri, che ha incantato il pubblico con una inaspettata ironia tra una riflessione e l'altra durante il dibattito su mafia e corruzione. "Come si genera il cambiamento?", questo il titolo dell'evento, è la domanda a cui il magistrato ha cercato di rispondere per tutta la durata della manifestazione, che ha visto la partecipazione dei ragazzi dei Licei Tommaso Campanella, sotto la guida della dirigente Maria Grazia Cianciulli. C'era anche monsignor Samuele Sangalli, presidente della Fondazione Sinderesi, uomo del clero fortemente impegnato nel sociale e docente universitario. 

Il manuale del buon cittadino

Il procuratore Nicola Gratteri lo ripete come un mantra: per combattere la mafia occorre partire dai piccoli gesti, che riguardano tutti, nessuno escluso. Così, elenca le buone prassi che ogni persona dovrebbe mettere in campo per favorire il cambiamento. Tra queste, innanzitutto, dice il magistrato di Gerace, al compimento del diciottesimo anno di età si dovrebbe donare il sangue, che è un metodo efficace per tenersi in buona salute prevenendo una moltitudine di patologie, non costa nulla e in molti casi è un gesto che salva altre vite. Poi sarebbe buona norma tenere pulite le strade e i luoghi pubblici alleggerendo il lavoro delle amministrazione e cercare di inquinare il meno possibile. E poi, dice ancora, si dovrebbe dedicare qualche minuto al giorno alla cura degli anziani, magari andando a far loro visita in un ospedale geriatrico. La cura verso gli anziani abbandonati è, se possibile, ancora più importante della cure verso donne e bambini, perché la disperazione di un uomo che sa di aver finito il tempo a disposizione credendo di aver fallito, è una sensazione atroce. «Andate a trovarli - ha detto Gratteri - fatevi un regalo a voi stessi». 

Storia segreta della 'ndrangheta

Dopo le domande del pubblico e i selfie d'ordinanza con la folla in visibilio, il procuratore della Repubblica di Catanzaro ha firmato le copie della sua ultima fatica letteraria, "Storia segreta di 'ndrangheta", il libro scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, assente per impegni improrogabili. Tante persone, inoltre, si sono fermate a parlare con lui, anche solo per stringergli la mano, e a tutti ha risposto con pazienza e il sorriso stampato in volto, sicuro di sé, come chi sa di aver smontato a pezzi il mito della 'ndrangheta, contagiando chiunque con una irrefrenabile voglia di giustizia.