All’indomani dell’operazione, il procuratore spiega che avrebbe preferito attendere per non interferire con la campagna elettorale. «Quando le elezioni sono state spostate ad aprile però non potevo lasciare arresti in sospeso per altri tre mesi»
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«I tempi della politica non c'entrano. Noi abbiamo saputo che dovevano arrestare l'assessore Talarico, assieme agli altri, quando è arrivata l'ordinanza del gip, all'inizio di gennaio, a un anno di distanza dalla nostra richiesta e a sei mesi dall'ultima integrazione. Le elezioni in Calabria erano fissate per il 14 febbraio, avremmo aspettato il 15 per non interferire sulla campagna elettorale, ma poi sono state rinviate ad aprile: non potevo lasciare arresti in sospeso per decine di persone altri tre mesi». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, in un’intervista al Corriere della sera in merito all’operazione Basso Profilo, da lui coordinata.
«Io fino all'altra sera gli ho sentito dire in tv – afferma su Lorenzo Cesa - che lui e l'Udc non sarebbero entrati nella maggioranza». «Noi ci basiamo sui fatti riscontrati e dobbiamo procedere con le verifiche, perché quest'inchiesta rappresenta un ulteriore passo avanti nell'evoluzione della 'ndrangheta nelle sue relazioni con il potere», che porta «un'organizzazione criminale a entrare nei salotti buoni della società grazie a imprenditori, avvocati, notai. Ci sono rapporti diretti con la pubblica amministrazione, coltivati da professionisti che hanno piena consapevolezza di avere interlocutori espressione della criminalità».
E in un'intervista su la Repubblica offre una sintesi di questo pensiero: «È quello che avevamo visto arrivare venti anni fa: la 'ndrangheta che si traveste da imprenditore. E bussa alla politica. E la politica, per lo meno un pezzo importante di essa, risponde. Aprendo la porta; ci troviamo di fronte la 'ndrangheta che spara di meno e corrompe di più. Ci sono sempre più reati che riguardano il potere politico e sempre più reati che riguardano il potere economico. 'Ndrangheta e massoneria deviata controllano interi settori della sanità calabrese». Servirebbe «una rivoluzione del codice di procedura penale e del regolamento penitenziario che inasprisca le pene - conclude - le nostre indagini dimostrano che delinquere è ancora troppo conveniente».
«Io non faccio politica con le mie inchieste e non sono né di destra, né di sinistra - ha detto stamattina a "Buongiorno regione", la trasmissione mattutina della Tgr Calabria -. Lo ribadisco ancora una volta. Ciò di cui ho bisogno sono uomini e mezzi per portare avanti le inchieste perché devo dare risposte a chi viene da me a denunciare. È questo ciò che mi interessa».