L’aula bunker di Castrovillari è un simbolo di una giustizia che cerca di resistere ma si scontra con evidenti problemi strutturali e logistici. Costruita nei primi anni Duemila per ospitare il maxi-processo Omnia, legato all’inchiesta antimafia contro i clan di ‘ndrangheta della Piana di Sibari, è stata a lungo inutilizzata. La struttura si trova accanto al carcere di Castrovillari, alle pendici del Parco Nazionale del Pollino, dove svetta il Monte Dolcedorme. Dopo anni di disuso, l’aula è stata riaperta in emergenza a seguito dell’alluvione che ha reso inagibile l’aula bunker di Lamezia Terme, sede originaria del processo ordinario Reset.

Odori insopportabili e freddo glaciale

Uno dei problemi principali è il cattivo odore che permea l’aula bunker. Diversi partecipanti al processo hanno lamentato un fetore persistente che rende l’ambiente insalubre. Le ipotesi sulle cause variano: si parla di animali morti nei sotterranei, ma la spiegazione più probabile è legata a un problema nella rete fognaria comunale, che potrebbe essere stata trascurata dall’amministrazione di Castrovillari.

A complicare ulteriormente la situazione, l’impianto di riscaldamento risulta inadeguato. Sebbene tecnicamente funzionante, non riesce a riscaldare sufficientemente la grande sala. Inoltre, il rumore prodotto dal sistema renderebbe difficoltoso il regolare svolgimento delle udienze, disturbando l’ascolto dei testimoni e le comunicazioni tra le parti. Giudici, avvocati, pubblico ministero e altre persone presenti in aula sono costretti a indossare giubbotti pesanti sopra le toghe per ripararsi dal freddo.

Bagni sporchi e mancanza di servizi

Le condizioni igieniche dell’aula sono un altro aspetto fortemente critico. Gli avvocati hanno segnalato bagni sporchi e inadeguati, con la grave aggiunta della mancanza di servizi igienici dedicati per le donne. Si tratta di una carenza che sottolinea l’assoluta mancanza di attenzione verso le esigenze di base delle persone che frequentano l’aula.

Rifiuti e rischi per la salute pubblica

Un problema ulteriore riguarda il mancato smaltimento dei rifiuti derivanti dai lavori di manutenzione del tetto dell’aula. Questi materiali, lasciati nei pressi della struttura, emanano un odore sgradevole. L’abbandono di tali rifiuti è sintomatico di una gestione trascurata della struttura.

Richieste degli avvocati e interventi istituzionali

Durante l’ultima udienza, gli avvocati hanno evidenziato che le attuali condizioni dell’aula bunker sono indecorose e incompatibili con i principi del giusto processo. Citando normative che regolano il corretto svolgimento dei procedimenti giudiziari, hanno proposto di trasferire il processo in una delle altre aule bunker operative in Calabria, come quelle di Reggio Calabria, Catanzaro o Vibo Valentia, dotate di infrastrutture più adeguate.

Il presidente del collegio giudicante, Carmen Ciarcia, ha accolto le lamentele e messo a verbale le segnalazioni. Ha trasmesso il documento alla Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, sottolineando la necessità di un intervento rapido per migliorare le condizioni della struttura.

Un simbolo di giustizia in crisi

Le condizioni dell’aula bunker di Castrovillari sono una ferita per l’intero sistema giudiziario. Mentre si celebra un importante processo contro la criminalità organizzata, le carenze strutturali e igienico-sanitarie mettono in discussione la dignità del luogo e il rispetto per tutti i partecipanti. È urgente un intervento deciso per restituire decoro e funzionalità a una struttura destinata a essere un baluardo della giustizia.