Clara, il volatile liberato a Matera con la sorella Bianca, doveva raggiungere l’Africa e poi rientrare in Europa in un’ottica di reintroduzione della specie in Italia. Aveva soggiornato in Calabria ed era costantemente monitorato dai ricercatori
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Una giovane femmina di avvoltoio capovaccaio è stata uccisa a fucilate a Mazara del Vallo (Trapani). Clara, così chiamato l’esemplare, era stata liberata a Matera insieme alla sorella Bianca perché potessero migrare in Africa per trascorrervi l’inverno e rientrare in Europa, magari proprio in Italia, per contribuire al ripopolamento di una specie fortemente a rischio.
Il progetto dedicato alla tutela della specie
Entrambe erano seguite dai ricercatori dell'Ispra e del Cerm (Centro rapaci minacciati) nell'ambito di 'Life' “Egyptian vulture” (nome della specie a livello internazionale), che mirava alla reintroduzione del raro rapace nella nostra penisola. Un progetto finanziato dall’Unione europea per assicurare l’esistenza del capovaccaio che ha visto la sua popolazione italiana ridotta in pochi decenni a meno di dieci coppie, tra la Basilicata e la Sicilia. La carcassa dell’animale è stata rinvenuta grazie al gps/gsm con il quale veniva monitorato, in attività coordinate dai carabinieri forestali. A fugare ogni dubbio, l'istituto zooprofilattico siciliano che ha poi accertato, tramite radiografia, che il volatile era stato colpito da sette pallini.
Il soggiorno in Aspromonte
E mentre sono in atto indagini per individuare il responsabile del bracconaggio, il direttore del Parco dell’Aspromonte Sergio Tralongo ha espresso la sua vicinanza: «La rabbia e il dolore dei ricercatori hanno coinvolto la nostra area protetta, perché anche i nostri tecnici stavano seguendo in diretta, con fiducia e apprensione, il primo viaggio migratorio di Bianca e Clara, che hanno sorvolato l’Aspromonte qualche giorno fa, fermandosi a trascorrere la notte nel nostro territorio. Le splendide immagini del piccolo capovaccaio allevato a mano con il fantoccio di un genitore per evitare l’imprinting sull’uomo, e del giovane in voliera con i genitori, quasi pronto a involarsi – ha aggiunto - ci avevano conquistato ed emozionato in modo straordinario». Bianca, la superstite, ha invece superato il Mediterraneo ed è giunta in Africa, dove proseguirà il viaggio in direzione delle regioni subsahariane.
Parco Aspromonte impegnato nella realizzazione di carnai
«Il Parco dell’Aspromonte – spiega Antonino Siclari, responsabile del Servizio Biodiversità del Parco - è già da tempo impegnato nella realizzazione di carnai, veri e propri punti di ristoro per i rapaci in migrazione, e soprattutto per il capovaccaio e il nibbio reale, che si nutrono principalmente di animali morti. Abbiamo già informato gli altri ricercatori impegnati per la tutela di questa specie che contiamo di avere già due carnai disponibili nel prossimo anno, per garantire un importante sostegno a queste specie, e ci auguriamo che strutture analoghe sorgano in altre regioni».
La tutela del volo migratorio
L’ente calabrese ha contribuito alla tutela del volo migratorio di Bianca «perché il giovane capovaccaio, una volta lasciata la Sicilia, ha raggiunto Pantelleria. A quel punto – continua ilo direttore Tralongo - abbiamo allertato il nostro Reparto di sorveglianza dei carabinieri forestali, che si occupa anche del Parco nazionale di Pantelleria, che è prontamente intervenuto localizzandola, garantendone la tranquillità e addirittura fornendo cibo nel sito identificato. Ringraziamo in particolare il comandante del Reparto, maggiore Pietro Marchetta, e il maresciallo Carcione, presente sull’isola».
Coservazione della biodiversità
Importante, implementare la collaborazione tra Istituzioni, ricercatori e associazioni. Ne è convinto il vicepresidente del Parco Domenico Creazzo: «Il caso del capovaccaio Clara, che tanta impressione sta destando nell’opinione pubblica – sostiene - testimonia la necessità di lavorare insieme per garantire la conservazione della Biodiversità: anche se l’episodio di bracconaggio è avvenuto in Sicilia, come Parco dell’Aspromonte abbiamo immediatamente offerto la nostra disponibilità a organizzare, con i soggetti interessati, un tavolo nazionale per definire, sulla base dell’esperienza maturata, le modalità migliori per proseguire in questo importante progetto scientifico».