Non ho mai pensato che Barcellona potesse essere nel mirino dell’Isis e poi in centro abbiamo sempre avuto tantissima polizia”. Stefano Sicilia, cosentino, abita da anni nella città spagnola e all’indomani dell’attentato terroristico targato Isis che ha strappato 14 vite e ferito un centinaio di persone, racconta lo strazio di una delle mete privilegiate dai turisti, considerata l’emblema della vivacità e del colore.

 

“Paradossalmente, il clima sembrava più teso stamattina. Ho visto tanta polizia e posti di blocco in zone che normalmente non vengono sorvegliate”, spiega Stefano. D’altronde il timore di essere colti alla sprovvista non è ingiustificato, visto che dopo l’attentato avvenuto ieri poco prima delle 17 sulle Rambla, nella notte i terroristi hanno colpito a poco più di due ore di macchina di distanza, seminando ancora panico e sangue.

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L’Occidente torna di nuovo a leccarsi le ferite, a piangere morti ingiustificate, vittime dell’odio. Ancora una volta la quotidianità viene sconvolta. Eppure, racconta Stefano, “non mi sento in pericolo, credo non cambierà nulla nella mia vita. Forse qualcosa nell’immediato. In questi giorni c’è una festa di quartiere molto sentita e ho visto che è stata sospesa. Ma non credo che mi farò condizionare e cambierò le mie abitudini. La vita va avanti”.

 

Tiziana Bagnato