Avrebbero illegittimamente assunto 251 collaboratori per quattro progetti dal contenuto “fumoso, privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati”. Con questa accusa il gup del Tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, ha rinviato a giudizio 9 imputati coinvolti in un troncone dell’inchiesta su “Calabria Etica”, la fondazione in house della Regione Calabria.

 

Il 21 giugno prossimo, dinanzi al Tribunale collegiale di Catanzaro, il processo si aprirà per: Pasqualino Ruberto ex presidente di Calabria Etica; Vincenzo Caserta, ex direttore generale del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria, originario di San Costantino Calabro; Michele Parise, Patrizia Nicolazzo e Maria Francesca Cosco, presidente e componenti della commissione selezionatrice del progetto “Piano di comunicazione istituzionale”; Antonello Catanese, Domenico Pisano, Maurizio Scerra, membri del collegio dei revisori dei conti della fondazione; e Caterina Ferrante, amministratore unico e legale rappresentante della Crc Consulting.

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Stralciate le posizioni di Tadiana Gabriele, presidente della commissione selezionatrice dei progetti “Responsabilità sociale delle imprese in Calabria”, e Ulisse Mancari, componenti della commissione selezionatrice di tali progetti.