Quando, intorno alle 19, il lungo corteo con il ministro Piedantosi, il governatore Occhiuto e il sindaco della città è arrivato al palazzetto, un gruppo di circa 30 persone lo ha accolto al grido di «Assassini, assassini» e «Eccolo il vostro carico residuale».

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C'è un mazzetto di fiori striminzito sul cancello del PalaMilone. Praticamente l'unico segno visibile del dolore di una città che appare distratta, e che, per ore, ha accolto l'ennesima tragedia del mare sulla rotta turca, quasi con indifferenza. Solo qualche sparuto cittadino si è affacciato sul piazzale del palazzetto per rendersi conto dell'entità del disastro, o per portare un fiore.

Tolta qualche associazione che, dalle prime ore del mattino, ha iniziato una raccolta di beni di prima necessità da destinare ai sopravvissuti, e qualche curioso, che ha provato ad avvicinarsi alle transenne, il pomeriggio è passato sotto un silenzio assordante. Le cose sono cambiate solo in serata quando, con la riunione con il ministro dell'Interno era ancora in corso in prefettura, il piazzale alle spalle dello stadio ha iniziato a popolarsi di cittadini e associazioni che si occupano di migranti.

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«Crotone è una città distratta»

Arrivati a piccoli gruppi, qualche decina di crotonesi è arrivata in silenzio per portare un fiore e fermarsi qualche minuto per un pensiero o una preghiera. «Crotone è una città distratta - racconta Pino De Lucia, presidente di Legacoop Calabria e in prima linea sull'accoglienza da 35 anni con l'Associazione "Agorà Kroton" - che fa fatica anche ad occuparsi dei tanti problemi con cui i suoi cittadini si confrontano ogni giorno. Ma questo non significa che siano indifferenti, in tanti sono al lavoro da stamattina per portare generi di prima necessità ai naufraghi. Certo mi aspettavo una risposta maggiore».

Intanto tutti i 59 corpi recuperati sono giunti al palazzetto.