VIDEO | Mezzi con all’attivo fino a 500mila chilometri costretti a percorrere tragitti molto lunghi per colmare la mancanza di altri veicoli e personale sanitario a bordo
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Nel servizio d’emergenza dell’Asp di Catanzaro non c’è solo il problema dei medici che hanno lasciato l’incarico a causa delle indennità sospese e della restituzione forzata di quelle ricevute negli ultimi dieci anni. Perché se i professionisti dell’emergenza hanno intentato causa all’azienda sanitaria e alla triade prefettizia che la guida e le ambulanze con medico a bordo sono drasticamente diminuite, è pur vero che i mezzi sui quali i superstiti viaggiano sono più che vetusti.
Centinaia i chilometri all’attivo per veicoli d’emergenza che spesso affrontano con ogni intemperia strade di montagna. E se nella postazione di 118 più vicina alla chiamata manca il mezzo spesso quella deputata a sostituirla parte da molto lontano e si allungano inevitabilmente i tempi di soccorso.
Quando l’ambulanza di Soveria Mannelli si deve spostare da quello che è il suo territorio, essendo decentrata, ci spiega un medico, è costretta a percorrere tragitti molto lunghi. Da Soveria si va alla volta di Lamezia ma anche del Cosentino. Ma così si allungano i tempi di intervento e qualora la chiamata fosse legata ad un paziente grave aumentano i rischi.
L’Asp ha promesso l’acquisto a breve di altri dieci mezzi. Si attende con fiducia, ricordando però che i vuoti di organico nei medici sono un nodo fondamentale da sciogliere. Spesso l’ambulanza arriva con solo un infermiere a bordo che non può somministrare farmaci, ma solo soluzioni fisiologiche. Le ambulanze diventano, quindi, meri mezzi di trasporto e nemmeno dei più affidabili.