«Noi possiamo fare da stimolo, segnalare notizie, ricostruzioni, avvalerci di consulenti. Possiamo presentare rapporti di esperti, chiedere di fare una cosa piuttosto che un'altra. Svolgeremo questo ruolo di impulso. Daremo un contributo. La faccenda è complessa e probabilmente c'è bisogno di un contributo di questo tipo».

Francesco Verri spiega con queste parole quello che sarà il ruolo del pool di avvocati nominati dai superstiti e da familiari delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. Un ruolo di stimolo che riguarda, in particolare, l'aspetto del mancato intervento di soccorso in mare al barcone sul quale viaggiavano i migranti e sui quali indaga la Procura di Crotone.

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«Stiamo leggendo protocolli, procedure - aggiunge l'avvocato Verri - e cerchiamo soprattutto di capire le regole, se sono adeguate e se sono state osservate. In quest'attività siamo supportati da consulenti che potranno aiutarci nell'interpretazione di documenti, comunicazioni, protocolli e procedure. Gli atti potrebbero diventare pubblici nel momento in cui ci fosse un sequestro o atti garantiti, a meno che non ci siano comunicazioni pubbliche».

Il pool di avvocati sarà presente in aula la settimana prossima per l'incidente probatorio richiesto al Gip dalla Procura di Crotone. «Quel giorno - chiarisce Verri - saranno sentiti i superstiti che sono coloro i quali ne sanno di più sul viaggio trasformatosi in tragedia. In quell'occasione, avremo la possibilità fare domande in aula ai superstiti. Questo è un primo passaggio. Non è che pensiamo solo alla costituzione di parte civile. Stiamo studiando e raccogliendo tutti gli spunti per fare le domande utili alla costruzione della verità».