Sono 167 gli indagati (61 i fermi) nell'ambito del blitz scattato questa mattina: in merito sono arrivate le dichiarazioni di politici regionali e rappresentanti di partito
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Un'ennesima bufera giudiziaria ha toccato questa mattina la provincia di Vibo Valentia. Un blitz della Dda di Catanzaro ha infatti colpito le cosche storiche del territorio ma anche politici e imprenditori che avrebbero favorito gli interessi delle ‘ndrine.
Sono 167 gli indagati (61 i fermi eseguiti) nell'ambito dell'operazione contro la ‘ndrangheta denominata Maestrale – Carthago che ha visto impegnati polizia, Guardia di finanza e carabinieri. Il blitz odierno ha portato a una serie di reazioni, dal mondo della politica che si stanno susseguendo minuto dopo minuto.
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Pd Calabria: «Un altro duro colpo al potere delle cosche»
«Prosegue l’azione di contrasto alla criminalità organizzata che, con le ultime due operazioni coordinate dalla Procura di Catanzaro e dal procuratore Nicola Gratteri ed eseguite da Polizia e Carabinieri, raggiunge altri importantissimi risultati. Non possiamo che esprimere tutta la nostra soddisfazione e un sentito ringraziamento a chi ogni giorno si batte per l’affermazione concreta del principio di legalità e per la bonifica del nostro territorio da ogni tipo di influenza da parte della criminalità organizzata. Punto di partenza indispensabile per una rivoluzione culturale e per il progresso sociale del nostro territorio». È quanto si legge in una nota diffusa dal Pd Calabria in merito all'operazione Maestrale-Carthago.
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Saccomanno (Lega): «In Calabria la ‘ndrangheta è infiltrata ovunque»
«Le ultime operazioni ed arresti hanno confermato che in Calabria la ‘ndrangheta è infiltrata ovunque». Così Giacomo Francesco Saccomanno, commissario regionale della Lega in Calabria, che commenta le ultime operazioni coordinate dalla Dia.
«La ‘ndrangheta è nella Pubblica amministrazione, gestisce i traffici di droga, controlla gli appalti, condiziona il consenso elettorale, estorce denaro agli imprenditori. Tale situazione, emergente dai provvedimenti cautelari eseguiti, in questi ultimi giorni, a Locri, Vibo Valentia, Cosenza, Paola, dimostra e comprova che non vi è settore non controllato dalla ‘ndrangheta».
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Poi Saccomanno cita l’ultima relazione semestrale della Dia, relativa al periodo gennaio-giugno 2022, presentata al Parlamento, che «ha evidenziato una situazione di estremo allarme: una ‘ndrangheta sempre più forte, radicata nel territorio calabrese, in quello italiano e con rapporti profondi con molte altre nazioni in tutto il mondo».
«Un contesto di estremo disagio e degrado – continua Saccomanno - che deve essere combattuta da tutti, dalle Procure alle Prefetture, dalla politica ai cittadini. Ma, quello che appare di maggior gravità è il controllo del consenso che permette alla ‘ndrangheta di controllare le amministrazioni locali e quelle regionali. È indispensabile che la politica si renda conto seriamente di tale situazione ed assuma tutte quelle iniziative indispensabili per consentire la ripresa di quella libertà che è messa in forte discussione da un apparato che non riesce a controllare il sistema costruito dalla ‘ndrangheta. Il Governo Meloni e la Lega son partiti bene, ma devono proseguire con determinazione nel consegnare strumenti adeguati sia alle Forze dell’Ordine che alla Magistratura e agli amministratori per consentire un’attività incisiva sia preventiva che sanzionatoria».