Minori in strada agganciavano gli acquirenti e li indirizzavano nell'appartamento di via Teano. Un 17enne sottoposto alla misura del collocamento in comunità, accusato di aver ceduto stupefacenti (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Questo pomeriggio assieme al mio amico Francesco abbiamo deciso di andare ad acquistare della cocaina nel quartiere Aranceto a Catanzaro perché avevamo saputo, da alcuni nostri conoscenti di Curinga, che a viale Isonzo hanno smesso di spacciare. Per questo motivo ci siamo recati nel quartiere Aranceto, un quartiere da me conosciuto come famosa zona di spaccio. Giunti nel quartiere abbiamo incontrato un bambino di etnia rom, di circa otto o nove anni d'età, in bici il quale ci ha chiesto cosa volessimo. Gli ho spiegato che stavamo cercando qualcuno da cui acquistare della droga e il bambino, senza alcuna sorpresa, mi ha indicato un portone dicendomi di salire ai piani superiori».
Minori per strada
Vedette ma anche collante tra la strada e l'appartamento di via Teano, al civico 19. Giovanissimi calati sin dalla più tenera età in un contesto di degrado e deprivazione, abituati a maneggiare droga senza timore. Emerge anche questo dall'ordinanza di custodia cautelare firmata questa mattina dal Gip, Gaia Sorrentino, su richiesta della Procura. L'attività investigativa svolta congiuntamente da polizia e carabinieri ha infatti consentito di accertare che: «Lo spaccio in strada davanti alle palazzine era per lo più affidato ai ragazzi minorenni di cui il gruppo si avvaleva - si legge nel provvedimento -. Un ragazzo di sedici anni e suo fratello di diciotto erano particolarmente abili nell'avvistare i vari assuntori che si affacciavano in via Teano, capirne le necessità e veicolarne le volontà di acquisto dello stupefacente verso il portone del civico 19, dove insistono le abitazioni di Marco e Domenico Salvatore Passalacqua».
Affidamento in comunità
Un 17enne è stato infatti sottoposto alla misura del collocamento in comunità nell'ambito dell'odierna indagine. Accusato di aver partecipato ad una associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il giovane avrebbe detenuto ai fini dello spaccio imprecisate quantità di cocaina, eroina, marijuana provvedendo alla cessione agli acquirenti che raggiungevano il quartiere per ottenere la droga.
Il fortino
Il quartiere Aranceto come una città nella città, dove ciascuno svolgeva il suo ruolo in funzione del traffico di droga: vedette, corrieri e chi curava i rapporti in strada, come i minori. Tutto però veniva controllato dall'appartamento al quarto piano dello stabile. «L'appartamento al quarto piano - si legge nell'ordinanza - era dotato di un sistema di telecamere utilizzate dai sodali per identificare i clienti che si presentavano in cerca di stupefacente; oltre che per monitorare il sopraggiungere delle forze dell'ordine. Altri impianti di sorveglianza video erano installati nell'abitazione di Domenico Salvatore Passalacqua con telecamere che inquadravano tutti i lati del fabbricato: anteriore e posteriore. Inoltre, l'abitazione di Marco Passalacqua era dotata di una telecamera che inquadrava il pianerottolo antistante la porta d'ingresso».
Il controllo del quartiere
La circostanza è stata, inoltre, confermata dagli assuntori di stupefacenti che fermati e identificati dalle forze dell'ordine hanno riferito della presenza di televisori all'interno dell'abitazione di via Teano al quarto piano. Lo racconta, ad esempio, Vincenzo che nel maggio del 2020 raggiunge il quartiere Aranceto assieme all'amico Francesco in cerca di droga: «Entrati nell'appartamento ho notato subito un televisore molto grande che trasmetteva almeno quattro immagini relative a strade del quartiere. Presumo che tali immagini siano registrazioni di alcune telecamere poste all'esterno del palazzo».