Il procuratore di Catanzaro, a margine della conferenza stampa dell’operazione Orso, sottolinea l’elevato livello criminale nel Crotonese. Nell'attività di spaccio, coinvolti anche minori
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«Questa organizzazione controllava una intera piazza di Crotone, dove si vendevano anche per 20 ore al giorno tutti i tipi di droga, quindi tutti i tossicodipendenti di Crotone e dei paesi limitrofi venivano qui a rifornirsi». Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a margine della conferenza stampa dell’operazione Orso, eseguita questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Crotone, che hanno arrestato 12 persone, accusate a vario titolo, di associazione armata finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione di armi da guerra e, due di loro, di partecipazione ad associazione mafiosa.
Piazza dello spaccio controllata
Il supermercato della droga era stato allestito in una piazzetta del quartiere Fondo Gesù ed era super controllato dall’associazione - capeggiata dai fratelli La Forgia - che gestiva la vendita al dettaglio di ogni tipo di stupefacente. A sorvegliare sulla piazza dello spaccio delle «vedette col compito di prevenire la presenza delle forze dell’ordine e quindi l’eventuale rinvenimento dell’attività illecita» ha spiegato il tenente colonnello Gabriele Mambor, comandante provinciale dei carabinieri di Crotone.
Collegamenti con le cosche
Si tratta di una organizzazione armata – almeno due i rinvenimenti di armi, anche da guerra – e collegata alle famiglie di ‘Ndrangheta crotonese, come documentato dalla cosiddetta copiata rinvenuta a casa di Andrea La Forgia nel 2016: un vero e proprio organigramma della cosca Megna di Papanice, riportante gradi e mansioni degli affiliati. Un documento che «ha permesso di confermare l’operatività dell’organizzazione criminale all’interno del quartiere e soprattutto il collegamento alle consorterie egemoni della città» ha spiegato il capitano Francesco Esposito, comandante della compagnia dei carabinieri di Crotone. Non solo: «Nel corso di una intercettazione abbiamo sentito anche un rito di affiliazione» ha aggiunto Gratteri.
Il coinvolgimento di due minori
Per le attività di spaccio, l’organizzazione si sarebbe avvalsa di due minori, parenti degli indagati: «Questa indagine – ha concluso il procuratore di Catanzaro - per me è importante anche perché riusciamo a sottrarre questi giovani dalla distribuzione della droga, giovani che non avendo una guida e un’attenzione da parte della famiglia o della società si rifugiano nella droga».
L’attenzione di Gratteri resta alta su Crotone, «un territorio che ci preoccupa più di altri dal punto di vista criminale e che merita una particolare attenzione». Non a caso, ricorda, sono ben tre i magistrati catanzaresi applicati al territorio.