È stato fermato, questa mattina a Palermo il boss Vincenzo Graziano, ritenuto colui che ha procurato l’esplosivo per l’attentato al Pm Nino Di Matteo. Graziano, reggente del mandamento mafioso palermitano di Resuttana, era stato arrestato lo scorso 23 giugno, durante l’operazione denominata “Apocalisse ma, era stato era stato scarcerato un mese dopo, a luglio, per mancanza di indizi. A fare il nome di Graziano è stato il neo pentito Vito Galatolo. Secondo quanto afferma Galatolo, sarebbe stato proprio Graziano a procurare l’esplosivo in Calabria, 100 chili di tritolo, per organizzare l’attentato contro il magistrato del pool antimafia.


“Io mi impegnai con 360 mila euro – ha detto Galatolo - mentre le famiglie di Palermo Centro e San Lorenzo con 70 mila. Biondino definì l'acquisto dell'esplosivo dalla Calabria e dopo l'arrivo a Palermo dopo circa due mesi dalla riunione, fu affidato a Vincenzo Graziano. L'esplosivo, che vidi personalmente in occasione di una mia presenza per un processo a Palermo, era conservato in dei locali all'Arenella”.


L'ex capomafia ha sempre ribadito che “il progetto d'attentato non è mai stato messo da parte”. Non solo. Ne parlò anche con Vincenzo Graziano, non in un posto qualunque ma all'interno del Tribunale. “Avevamo pensato di posizionare un furgone nei pressi del Palazzo di Giustizia ma non ritenemmo di procedere perché ci sarebbero stati troppo morti. Pensammo anche - aggiunge il dichiarante -, data la disponibilità della famiglia di Bagheria di valutare se procedere in località Santa Flavia luogo dove spesso il dottore Di Matteo trascorreva le vacanze estive”.


Il blitz è scattato attorno alle cinque del mattino, in vicolo Pipitone a Palermo, una location già conosciuta alle forze dell’ordine, da qui, infatti, partirono i killer per numerosi omicidi di mafia. L’operazione di stamane, volta alla ricerca di esplosivo e di armi, è stata condotta dalla Fiamme Gialle e disposta dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo.