REGGIO CALABRIA - Colpo al cuore degli interessi di una delle famiglie storiche della ‘ndrangheta, i Molè di Gioia Tauro. Cinquantaquattro le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione denominata Mediterraneo messa a segno dai carabinieri del Ros. A

 

Le accuse. Associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti, intestazione fittizia di beni, le principali accuse formulate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha coordinato l’inchiesta. Venticinque i provvedimenti restrittivi eseguiti dai militari del comando provinciale di Reggio Calabria nella sola piana di Gioia Tauro. Fermate le giovani leve del clan e anche affiliati alla cosca ritenuti dagli investigatori “importanti”. Una ventina di arresti sono stati effettuati tra Roma e l’Umbria, una decina invece nella provincia di Catanzaro

 

L’attore. Tra le persone arrestate nel blitz c’è anche un attore, Stefano Sammarco, protagonista di numerose fiction. Per gli inquirenti sarebbe il capo cordata dello spaccio di droga nella zona di Civitavecchia e, addirittura, punto di riferimento della ‘ndrangheta nella zona. Non è la prima volta che Sammarco finisce nei guai con la giustizia. Nel 2012 era già stato arrestato per spaccio di hashish e dunque il suo nome era ben noto alle forze dell’ordine.  

 

Il traffico di droga e di armi. Gli interessi dei Molè non si concentravano solo sul traffico e sulla spaccio di droga con importazione – secondo le indagini – di ingenti carichi di stupefacenti dal nord Africa, ma anche e, soprattutto, su altre attività illecite che godevano di diramazioni nazionali ed internazionali. Al centro dell’inchiesta figura infatti un rilevante traffico di armi dai paesi dell’Est Europeo. Armi che sarebbero state acquistate a pezzi e poi assemblate in una officina meccanica di Gioia Tauro sotto il diretto controllo dei Molè. Diverse le iniziative imprenditoriali e commerciali riconducibili alla potente famiglia gioiese scoperte dagli investigatori tra la Calabria, il Lazio e l’Umbria. In particolare i Molè erano ben piazzati nel settore della distribuzione delle slot machine sul territorio nazionale.