Cene e favori sessuali in cambio di appalti. Succedeva a Genova dove, i carabinieri del Noe, nucleo operativo ecologico, hanno fatto scattare un blitz nella sede dell’ Amiu, azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti. In manette tre dirigenti dell'azienda, il manager Corrado Grondona, responsabile legale e affari generali dell'Amiu, e i due imprenditori Vincenzo e Gino Mamone, originari della piana di Gioia Tauro. Secondo l'accusa, i dirigenti avrebbero concesso appalti agli imprenditori in cambio di notti con escort e cene di lusso.

 

L’inchiesta "Albatros", coordinata dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, ha scoperchiato un "sistema corruttivo", che andava avanti da anni. Sette le misure restrittive emesse dal Gip e riguardano, Corrado Grondona, 56 anni, dirigente Area Acquisti e Ufficio Legale di Amiu, Gino Mamone, 53 anni, ex titolare della ditta Eco-Ge, Vincenzo Mamone, 55 anni, fratello di Gino, titolare della ditta Ares International, Luigi Mamone, 28 anni, figlio di Vincenzo, titolare della ditta “Impre.Ares", Claudio Deiana, 56 anni, titolare della ditta Rgd, Stefano Raschellà, 55 anni, titolare della ditta Edildue e Daniele Raschellà, 30 anni, figlio di Stefano, contitolare della ditta Edildue. Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, omessa denuncia e falsità ideologica. Gino Mamone era stato già condannato nel 2002, sempre a Genova, a tre anni e sei mesi di reclusione, nella vicenda che riguardava la compravendita dell’area ex oleificio Gaslini.

 

Una nota della Dia del 2002 attribuiva ai Mamone collegamenti con la ‘ndrangheta e in particolare con la cosca Mammoliti di Oppido Mamertina.


Sarebbero stati, proprio i fratelli Mamone, da quanto riferiscono gli inquirenti, le menti geniali di questa organizzazione. Erano loro, infatti, che organizzavano le serate e poi pagavano le escort. Poi Grondona si appartava con le prostitute e nei giorni successivi l’appalto veniva assegnato all’azienda indicata dai Mamone. I Mamone avevano messo le mani anche sugli eventi alluvionali del 2010 e del 2011.