Oggi i cancelli del Palamilone sono chiusi al pubblico ma non ai familiari delle vittime e dei dispersi del tragico naufragio avvenuto domenica scorsa sulle coste crotonesi. Ancora oggi vanno avanti le procedure di riconoscimento dei cadaveri: 56 i corpi a cui si è riusciti ad attribuire una identità su 68 vittime accertate sinora.

Scene strazianti

«Abbiamo assistito a scene strazianti: le urla di una mamma che riconosce il corpo del proprio figlio, così come il dolore di una figlia che è venuta qui a riconoscere il corpo della mamma» spiega Manuelita Scigliano, presidente dell'associazione Sabir. Il suo racconto, rotto dalla commozione e dalle lacrime, è di chi in queste ore vive in prima persona lo strazio di dover assistere i familiari delle vittime e dei dispersi. 

Da tutta Europa e oltre

Da Germania, Svezia, Francia, Stati Uniti. Da diversi paesi europei e non solo continuano ad arrivare a Crotone i congiunti di vittime e dispersi. Da ieri ospitati nell'hotel Casarossa di Crotone messo a disposizione dalla Protezione Civile. Qui ieri è arrivata una giovane di 30 anni dagli Stati Uniti per riconoscere la madre iraniana, tra le vittime del naufragio. Non la vedeva da 9 anni. Nel complesso ricettivo ci raccontano di madri trascinate in braccio nelle camere perché travolte dall'insopportabile dolore della perdita dei propri cari.

Lo strazio del riconoscimento

«Purtroppo arrivano qui spesso con la speranza di riabbracciare i loro cari e si trovano poi a dover riconoscere cadaveri» aggiunge ancora Manuelita Scigliano. Alle 12 si è tenuta in prefettura una riunione di coordinamento, si lavora in queste ore anche al rimpatrio delle salme: «Tra quelli che abbiamo assistito tutti hanno chiesto il rimpatrio delle salme - specifica ancora - se non nei paesi di origine perché in alcuni casi è complicato, soprattutto in Afghanistan ma, ad esempio, anche in paesi europei».

Le salme senza nome

Tra le salme a cui si è riusciti ad attribuire una identità la gran parte sono di nazionalità afgana, di nazionalità pakistana, di nazionalità siriana, di nazionalità palestinese e di nazionalità tunisina. Ancora 12, invece, i feretri su cui non è ancora inciso un nome. In un comunicato diramato dalla Prefettura al termine della riunione di coordinamento si specifica che «le ricerche coordinate dalla direzione marittima di Reggio Calabria, proseguiranno ad oltranza per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo dei sommozzatori. Saranno avviate a breve le procedure per l'espatrio delle salme con la presentazione delle istanze da parte dei familiari delle vittime di Cutro».