A oltre un anno dall’alluvione del novembre 2020, famiglie e attività commerciali di Crotone non hanno ancora ricevuto alcun ristoro per i danni subiti: non solo non sono ancora arrivati gli aiuti del Governo, ma non sono state distribuite nemmeno le somme donate attraverso la raccolta fondi promossa nell’immediatezza dalla testata giornalistica Il Crotonese in collaborazione col Comune.

La diffida al Comune

Ritardi e complessità della macchina burocratica hanno lasciato da soli commercianti, imprenditori e semplici cittadini colpiti da quei tremendi eventi alluvionali. Per questo, l’associazione “Alluvione 22-11-2020 - Dal giorno dopo”, che li rappresenta, è tornata a far sentire la propria voce con una conferenza stampa in cui ha, da una parte, denunciato gli inaccettabili ritardi (già segnalati nelle scorse settimane) nell’accesso ai risarcimenti e, dall’altra, annunciato di aver formalmente diffidato il Comune a restituire i soldi della raccolta fondi a Il Crotonese «poiché gli stessi sono stati indebitamente appropriati».

Donazioni private diventate fondi pubblici

La questione dell’iniziativa solidale, che ha permesso di raccogliere oltre 61 mila euro, era finita pure in Consiglio comunale: quei soldi sono stati fatti confluire in un conto dell’ente e pertanto come fondi pubblici ora devono essere trattati, nonostante siano donazioni private. Il Comune aveva deciso di destinare le somme alle aziende maggiormente colpite dall’alluvione e aveva emanato un avviso pubblico al quale hanno risposto 45 attività. Solo 10 di queste, però, risultano ammissibili: non tutte rispettano i requisiti richiesti dall’avviso, tra i quali la regolarità contributiva. L’ente ha così deciso di ricontattare i richiedenti, invitando a regolarizzare la propria posizione, allungando ancor di più la tempistica. Tuttavia, non tutti avranno le risorse per sanare gli arretrati.

L’associazione, dunque, chiede che quei soldi si scelga di destinarli indistintamente a tutte le imprese danneggiate o di donarli – anche attraverso Il Crotonese – a una associazione o fondazione della città per aiutare le famiglie, che si sono trovate in difficoltà dopo l'alluvione. In questo caso, imprenditori e aziende si dicono pronti a rinunciare ai contributi provenienti dalla raccolta fondi.

Donare i soldi della raccolta fondi alle famiglie

Più facile a dirsi che a farsi, avevano fatto sapere dal Comune in occasione del Consiglio comunale del 13 dicembre scorso. Però, commenta il direttore della testata giornalistica promotrice della raccolta fondi, Giuseppe Pipita, «penso che un’amministrazione che tenga alla sua città possa risolvere il problema, trovando un escamotage. Credo, che solo il Consiglio comunale possa decidere in tal senso e decidere che questi fondi vengano stornati dalla delibera di Giunta che li assegnava alle aziende – anche perché nessuno aveva parlato di destinatarli alle aziende, ma dovevano servire ad aiutare Crotone in quel momento difficile – e darli a una associazione caritatevole, purché vadano almeno alle famiglie danneggiate, che magari non hanno più un elettrodomestico, un divano o un letto».

Pipita è rammaricato di come si sia evoluta la vicenda: «A saperlo, quei soldi, li avremmo gestiti direttamente noi invece che coinvolgere, per una questione di trasparenza, il Comune. Sono finiti in una macchina burocratica terrificante. che li tiene bloccati. A questo punto restituiteli alla città» aggiunge rivolgendosi all’ente comunale.