La sua impronta rinvenuta dagli inquirenti sul luogo in cui venne uccisa Fortunata Fortugno e ferito Demetrio Logiudice. A seguito dell’operazione De bello gallico, il 51enne aveva ammesso le proprie responsabilità
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Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria - a conclusione di un secondo segmento di indagini coordinate dalla Dda, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere emessa per l’omicidio di Fortunata Fortugno e il tentato omicidio di Demetrio Logiudice avvenuti all’interno del Torrente Gallico (RC) il 16 marzo 2018, a carico di Mario Chindemi, 51 anni, sottoposto a fermo di indiziato di delitto il nel luglio scorso, per altri gravi reati, nell’ambito dell’Operazione De Bello Gallico.
Le indagini
In questa operazione erano rimasti coinvolti Paolo Chindemi, Mario Chnidemi, Ettore Bilardi e Santo Pellegrino, in quanto gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da fuoco e altri delitti aggravati dalle modalità mafiose. Paolo Chindemi, nello specifico, era stato gravemente indiziato dell’omicidio di Fortunata Fortugno e del tentato omicidio di Demetrio Logiudice. In occasione del delitto, i tecnici del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, in ausilio agli investigatori della Squadra Mobile, avevano prelevato le impronte (anche palmari) degli indagati, per confrontarle successivamente con un’impronta rinvenuta sullo sportello posteriore destro dell’autovettura Volkswagen Touareg di Demetrio Logiudice, a bordo della quale, sul sedile posteriore, si trovavano le vittime al momento dell’agguato.
La comparazione delle impronte
La comparazione delle impronte ha consentito di accertare che quella papillare (palmare) rinvenuta sul mezzo in occasione del compimento dell’azione delittuosa del 16 marzo 2018, corrispondeva all’impronta della mano sinistra di Mario Chindemi, zio di Paolo Chindemi, sicché doveva dedursi che anch’egli era presente, assieme al nipote Paolo, al momento dell’agguato all’interno del Torrente di Gallico.
Le immagini delle telecamere
Come si ricorderà, a fare luce sull’efferato delitto di sangue fu la Squadra Mobile reggina, sotto le direttive dei sostituti procuratori Walter Ignazitto e Diego Capece Minutolo della Dda di Reggio Calabria, attraverso la minuziosa analisi di un’imponente mole di immagini acquisite, nei giorni immediatamente successivi al duplice delitto, dagli impianti di videosorveglianza - per centinaia di ore di filmati passati letteralmente sotto la lente dagli inquirenti - e i riscontri ottenuti dai servizi di osservazione e controllo del territorioche consentivano agli investigatori della Sezione Omicidi non solo di ricostruire le fasi dell’incontro delle vittime, ma anche di individuare nell’Audi Sportback, in uso a Paolo Chindemi, l’autovettura utilizzata dal killer la sera del 16 marzo 2018, per compiere prima il sopralluogo e subito dopo l’agguato in cui Fortunata Fortugno fu colpita a morte e Demetrio Logiudice fu gravemente ferito.
Le intercettazioni
Molteplici attività tecniche di intercettazione ambientale e veicolare disposte dalla Dda di Reggio Calabria hanno consentito agli investigatori della Polizia di Stato di raccogliere ulteriori e pregnanti elementi che, in combinazione con quelli già acquisiti dagli impianti di videosorveglianza con riferimento al mezzo utilizzato dal killer per compiere l’agguato, andavano a comporre un quadro indiziario grave, preciso e concordante a carico di Paolo Chindemi.
L’impronta sullo sportello
L’impronta di Mario Chindemi, lasciata sullo sportello posteriore sinistro del Touareg di Logiudice, ha condotto da subito gli investigatori a svolgere un nuovo e più approfondito esame dei numerosissimi video relativi alle sera del delitto, al fine di accertare se vi fosse qualcuno sui sedili posteriori dell’Audi A3 di Paolo Chindemi. All’esito dell’accurata analisi il 19 luglio 2018 è stato isolato un fotogramma relativo alle fasi poco prima dell’agguato dal quale si notava una sagoma sul sedile posteriore laro sinistro, dietro il conducente. Le nuove emergenze investigative, non solo si incastravano perfettamente nel quadro indiziario posto a sostegno del fermo eseguito il 4 luglio con l’Operazione De Bello Gallico, ma consentirono di attribuire ancora maggiore valenza e convergenza a tutti gli elementi emersi nel corso delle indagini.
La confessione
Alcuni mesi dopo l’esecuzione dell’operazione di polizia, nel corso delle dichiarazioni rese agli inquirenti, Mario Chindemi ammise di essere stato presente sul luogo del duplice fatto di sangue e di averne preso parte. Il gip del Tribunale di Reggio Calabria ha infine disposto, su conforme richiesta della Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, l’applicazione della custodia cautelare in carcere a carico di Mario Chindemi, in relazione all’omicidio di Fortunata Fortugno, al tentato omicidio di Demetrio Logiudice e alla detenzione e porto in luogo pubblico della pistola a tamburo con cui venivano posti in essere i fatti di sangue. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita a carico dell’uomo nella giornata del 21 maggio nel carcere dove è detenuto.
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