Chiamato in aula si è soffermato sul “clima” nel Palazzo di giustizia vibonese fra il 2014 e il 2018. Tirocinanti non stabilizzati poiché riconducibili a «famiglie poco trasparenti» e infine stoccata su un B&B dove avrebbe alloggiato un colonnello
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Deposizione oggi dell’ex presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Nicola Alberto Filardo, nel maxiprocesso Rinascita Scott. Dinanzi al Collegio presieduto dal giudice Brigida Cavasino, quale teste della difesa dell’imputato Danilo Tripodi, 42 anni – già in servizio al Tribunale di Vibo come assistente giudiziario e segretario del giudice Filardo –, l’ex presidente ha risposto ad alcune domande dell’avvocato Francesco Sabatino (difensore di Tripodi).
Il “quadro” che ne è venuto fuori lascia trasparire uno spaccato non proprio edificante del Tribunale di Vibo nel periodo che va dal 2014 al 2018, con dipendenti indagati e giudici che hanno denunciato altri giudici. Il tutto, peraltro, in continuità con altro periodo non proprio tranquillo per il Tribunale di Vibo, vissuto fra il 2010 ed il 2013 e sfociato nell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Purgatorio” di cui una parte è finita per competenza anche alla Procura di Salerno.
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