Chiusa la prima parte dell'istruttoria dibattimentale, i pubblici ministeri Valerio e Cubellotti si dedicheranno agli ex mafiosi che hanno inteso "saltare il fosso", passando dalla parte dello Stato. Si inizierà con Celestino Abbruzzese
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Dopo sette mesi di esami e controesami dibattimentali, la Dda di Catanzaro ha esaurito la lista testi degli ufficiali di polizia giudiziaria chiamati nell'aula bunker di Lamezia Terme per ricostruire le dinamiche criminali delle cosche di 'ndrangheta operanti tra Cosenza e Rende.
Durante l'attività istruttoria, i pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti hanno inteso approfondire tutte le tematiche, evidenziando due aspetti: l'unitarietà dei sodalizi criminali legati tra loro e per questi "confederati", e i rapporti illeciti, o presunti tali, tra esponenti mafiosi e la politica. Parliamo, ovviamente, del caso di Marcello Manna, ex sindaco di Rende.
"Terra Bruciata" prima di "Reset"
Il campanello d'allarme è scattato quando la procura di Cosenza ha avviato un'indagine contro alcuni soggetti dediti alle estorsioni, all'usura e allo spaccio di droga. Tutti coinvolti poi nel procedimento penale "Terra Bruciata". Il primo step per la nascita di "Reset" è stato proprio questo. Ma non solo. I magistrati antimafia hanno poi analizzato e valorizzato dal punto di vista accusatorio le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. E hanno fatto "bingo", quando Celestino Abbruzzese, detto "Claudio", alias "Micetto", ha deciso di "saltare il fosso", svuotando il sacco. Il pentito, già condannato per narcotraffico nell'inchiesta "Job Center", ha inguaiato sia la sua famiglia che gli "italiani", nel periodo di "reggenza" di Roberto Porcaro.
Non solo associazione mafiosa
"Reset", rito ordinario, ha trattato non solo l'associazione mafiosa guidata, secondo la Dda di Catanzaro, da Francesco Patitucci, ma ha acceso i riflettori anche sul narcotraffico. Per gli investigatori sarebbe gestito da Luigi e Marco Abbruzzese, entrambi al 41 bis, rispettivamente "reggente" e "vice reggente" della cosca degli "zingari" di Cosenza. I due sono imparentati e legati criminalmente parlando agli Abbruzzese di Cassano Ionio.
Il fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti è senza dubbio quello più grave dal punto di vista sociale perché causa danni da ogni punto di vista. Ed è quello per il quale si rischia la propria pelle. Le indagini, tuttavia, in questo settore, sono perennemente attive. Basti vedere cosa succede in città per rendersi conto che nonostante le operazioni di polizia giudiziaria, le organizzazioni criminali cosentine dopo un po' si riorganizzano. I sequestri eclatanti dell'ultimo periodo ne sono una prova tangibile.
Si riprende con i pentiti, l'elenco
Il prossimo 7 maggio in aula comparirà, collegato da un sito riservato, il collaboratore di giustizia Celestino Abbruzzese che in termini dichiarativi ha dato un valido contributo, secondo la Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, per fare luce sull'omicidio di Antonio Taranto. Ma ovviamente la Dda di Catanzaro chiamerà a testimoniare anche altri collaboratori, che sono:
Nicola Acri
Ivan Barone
Francesco Bevilacqua alias "Franchino 'i Mafarda"
Giuseppe Bonfiglio
Franco Bruzzese
Roberto Violetta Calabrese
Angelo Colosso
Vincenzo De Rose
Vincenzo Dedato
Nicola Femia
Adolfo Foggetti
Francesco Greco
Ernesto Foggetti
Francesco Galdi
Silvio Gioia
Luciano Impieri
Daniele Lamanna
Marco Massaro
Giuseppe Montemurro
Anna Palmieri
Luca Pellicori
Franco Pino
Roberto Presta
Mattia Pulicanò
Domenico Scrugli
Giuseppe Zaffonte
Diego Zappia
Nell'elenco non compare Roberto Porcaro che dopo l'avvio del percorso collaborativo ha fatto un passo indietro. Da vedere, cosa deciderà la Dda di Catanzaro per Gianluca Maestri, il cui pentimento sarà "ufficializzato" il 29 aprile in "Athena", coordinata dal pubblico ministero Alessandro Riello.