Il bilancio a tinte fosche del comandante Managò dopo una settimana di quarantena per il coronavirus: «Questo Stato emana leggi di emergenza e fornisce allo stesso tempo i suggerimenti per aggirarle»
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Uno sfogo, un grido di dolore, un richiamo al senso di responsabilità. Il lungo post pubblicato su Facebook dal comandante della polizia locale di Palmi, Francesco Managò, è tutto questo insieme. Il maggiore da giorni è impegnato insieme ai suoi agenti per controllare il territorio e cercare di limitare i danni.
Bilancio disastroso
Il bilancio di questa prima settimana di quarantena non poteva essere peggiore. «Occorrerebbe un forte senso di responsabilità – denuncia il comandante della municipale di Palmi - di ciascuno di noi, ma inutile prenderci in giro, noi siamo il popolo del sotterfugio, dei furbi, dei menefreghisti, degli insofferenti alle regole anche se quelle regole sono fatte per salvare le nostre vite e quelle dei nostri cari, è proprio storicamente radicato nella nostra mentalità, dobbiamo aggirarle».
Dopo avere rimarcato le condizioni disastrose della sanità regionale, il comandante non risparmia neanche lo Stato «che emana leggi d’emergenza e fornisce, contemporaneamente, i suggerimenti per aggirarle. Perché solo in Italia si può sentire che è vietato andare in giro se non per stato di necessità, lavoro o motivi di salute, e poi prevedere anche che si possa fare sport all’aperto purché in solitaria, oppure scrivere nelle faq del Governo che sono ammesse le lunghe passeggiate. Siamo ridicoli!».
Le orde di irresponsabili
Perché, per Managò, «se siamo in emergenza la lunga passeggiata non è necessità, non lo è e basta. Ormai ho perso ogni freno inibitorio, ma sulla strada ci sto io, i miei uomini e le altre forze di polizia a rischiare il contagio e a mettere a rischio le nostre famiglie. Noi siamo pagati anche per crepare, ma i nostri familiari no e non posso tollerare che la nostra incolumità sia messa a rischio da orde di irresponsabili che si riversano per le strade con le scuse più disparate inventando la qualunque pur di stare in giro. In una situazione di pandemia e di emergenza – attacca Managò - non si può fermare la gente e sentire che va a fare visita a parenti o altre amenità simili, è intollerabile ed inconcepibile».
Le visite alla nonna e alla zia
Per supportare quanto detto, il comandante della polizia locale di Palmi snocciola i dati di una giornata di pattugliamento, mettendo in risalto che ci sono troppe persone per strada, molte delle quale senza un valido motivo. «Oggi, Ss18 altezza carcere di Palmi – scrive il comandante - tre auto della polizia locale e posto di blocco totale in entrata ed in uscita da e verso Gioia Tauro, dalle ore 10:30 alle ore 11:45. Abbiamo identificato 150 persone. Le code di auto ferme che sembrava una giornata normale. Posso capire chi va a fare la spesa, chi va giornalmente a dare da mangiare agli animali, ma la spesa non si va a farla in quattro, non si va a fare la visita alla nonna o alla zia, non si va ad annaffiare i pomodori nell’orto. Santo dio siamo in emergenza: lo volete capire o no?».
La gita fuori porta
Tutte le 150 autocertificazioni saranno trasmesse alla prefettura e quelle con motivazioni incoerenti con le norme, direttamente all’autorità giudiziaria. Impietoso anche il bilancio del pomeriggio nella zona marina della città, a Tonnara di Palmi: «Famiglie intere, in auto, provenienti da Palmi e circondario, fermate alla Tonnara, padre, madre, figli, riferiscono che stanno “facendo una passeggiata”. Questa gente non capisce che non è un giorno di festa, è un giorno di lutto nazionale».