VIDEO | Per tutto il pomeriggio un via vai di persone che hanno portato fiori e messaggi davanti al palazzetto dove si trovano le oltre sessanta salme. Poi il corteo, per onorare i morti e consolare i vivi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Siamo qui per manifestare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle vittime di questa ennesima strage del mare. Ma siamo qui anche per manifestare il nostro sdegno per una strage che doveva e che poteva essere evitata». Si sono radunati poco dopo le 17 davanti al palazzetto della città, diventato ormai camera ardente per le sessantadue vittime del naufragio di Steccato di Cutro (la 63esima è stata recuperata nel tardo pomeriggio, ndr), i cittadini di Crotone che hanno risposto alla chiamata delle associazioni del terzo settore attive sul territorio. A piccoli gruppi hanno iniziato ad arrivare già dal primo pomeriggio portando fiori e messaggi. Un minuto di silenzio e poi una fiaccolata discreta, quasi a non disturbare le 62 salme che, a pochi metri di distanza, riposano nel ventre del PalaMilone, ennesime vittime innocenti della rotta turca.
Tanti i bambini che si sono avvicinati alla recinzione, alcuni di loro hanno portato anche giocattoli e caramelle da lasciare sul posto. C'è silenzio nella piazzetta a due passi dall'ospedale: un silenzio dettato da una tragedia che si fa fatica ad assimilare. «Ma come è possibile morire in quel modo - racconta una signora anziana che non sapeva della manifestazione ma che aveva sentito la necessità di fermarsi per un momento di raccoglimento - erano quasi arrivati, erano quasi salvi. Che tragedia, non riesco a non pensare ai miei nipoti che hanno la stessa età dei bambini annegati ieri».
Nel via vai continuo di migranti giunti da mezza Europa fino in Calabria per le operazioni di riconoscimento dei loro parenti che si erano imbarcati su quel barcone e che non sono riusciti a raggiungere la riva in salvo, la piazzetta davanti al PalaMilone si riempie piano piano. Molti formano cerchi di preghiera improvvisati, altri si informano sugli ultimi numeri di una catastrofe senza precedenti a queste latitudini, tutti si interrogano su come si sia potuto succedere.
La manifestazione vera e propria inizia quando le 18 sono passate da poco. Sono le associazioni che si occupano di migranti e integrazione a chiedere un minuto di silenzio per onorare i morti e consolare i vivi. Torce e telefonini accesi, il gruppo, circa duecento persone, è rimasto immobile tra frotte di giornalisti calati in città da tutto il Paese e mezzi delle forze dell'ordine in entrata e uscita dal palazzetto. Un sit in ordinato e tranquillo che rimasto a presidio della camera ardente per oltre due ore.