Nei guai alcuni lavoratori socialmente utili di San Giovanni in Fiore. Registravano la loro presenza ma poi si dedicavano ad incombenze di carattere privato
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I carabinieri della stazione di San Giovanni in Fiore hanno notificato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, nei confronti di 15 lavoratori socialmente utili, impiegati nel Comune della città della Sila, accusati di truffa continuata ai danni dello Stato.
Assenti durante l'orario di lavoro
Il provvedimento scaturisce da una lunga ed articolata attività investigativa condotta dai magistrati con l’ausilio dei militari dell’arma, avviata nel 2018, e che avrebbe permesso di documentare, attraverso servizi specifici di osservazione e pedinamento, diversi casi di assenteismo dal luogo di lavoro da parte dei soggetti indagati. Si tratta di quella categoria di occupati, meglio conosciuti appunto come lavoratori socialmente utili, beneficiari delle misure di sostegno al reddito, previste dalle norme regionali per i disoccupati di lunga durata.
Aggirato il sistema di controllo delle presenze
Comunemente conosciute con il termine di Giubbe Rosse, queste persone nel concreto, vengono impiegate per lo svolgimento di variegate mansioni al servizio della comunità, come la manutenzione, la guardiania dei beni pubblici, la pulizia delle strade e delle aree verdi urbane. I controlli dei carabinieri avrebbero permesso di accertare che i lavoratori, pur risultando registrati nel sistema di controllo delle presenze, non sempre si trovavano nei posti di lavoro a loro assegnati, ma erano soliti tornare presso le proprie abitazioni, svolgere commissioni di carattere privato nel centro abitato, talvolta soffermandosi in bar, punti di ritrovo o centri commerciali, o addirittura, in alcuni casi, dedicarsi alla vendita ambulante di frutta e verdura. In un caso specifico, uno degli indagati si è recato anche in un centro sportivo per poter svolgere attività fisica.